Progetto di solidarietà con Pardini e Campriani

Un progetto fortemente voluto dal campionissimo Niccolò Campriani, per dare voce e speranza ai rifugiati in vista dell’Olimpiade di Tokio 2020

La sede di Pardini armi ha ospitato una troupe internazionale di 7 operatori (americani e svizzeri) di Olympic channel, la piattaforma ufficiale del Cio, per le riprese del terzo episodio di Taking refuge: Target Tokyo 2020, una mini-serie che andrà in onda a inizio 2020 e fortemente voluta da Niccolò Campriani, bi-campione olimpico in carica, tiratore di carabina più vincente di sempre e dopo il ritiro dalle gare Sports intelligence manager al Cio. In vista dei Giochi di Tokyo 2020, ha deciso di investire la propria attenzione per il sociale in un progetto personale finalizzato a dare voce e una speranza ai tanti rifugiati che, già alle Olimpiadi di Rio de Janeiro, hanno visto una propria rappresentativa partecipare alle gare sotto la bandiera del Cio.

Il progetto di Niccolò è finalizzato ad allenare tre ragazzi neofiti nella specialità della carabina ad aria compressa e in poco più di un anno aiutarli a raggiungere un livello tecnico che permetta loro di essere selezionati per una card olimpica. Campriani ha selezionato i tre atleti che sta attualmente allenando: Mahdi, ventiduenne dell’Afghanistan, l’araba Khaoula (30) e Luna (25), che proviene da una zona rurale dell’Africa. Dopo i primi mesi di preparazione, i Campionati italiani di Tiro a segno a Bologna sono stati l’occasione per confrontarsi con il clima di una vera competizione.

Con questa iniziativa e con la responsabilità che come campione olimpico riveste, Campriani intende restituire qualcosa di quello che gli ha donato il mondo dello sport. Pardini armi, che ogni anno dedica una parte del proprio budget a progetti di solidarietà, ha aderito con entusiasmo all’iniziativa, fornendo le carabine e l’assistenza tecnica. Per Gianpiero Pardini “il Tiro a segno è uno sport educativo, che ha dato tanto sia a me sia a Niccolò e questo è il momento di utilizzarlo per aiutare chi è stato meno fortunato”.