Polemiche a Padova: la statua dell’alpino ha addirittura un fucile!

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Poche cose, oggi come oggi, sembrano essere pericolose per la collettività come le statue, specialmente se in bronzo. Così, per esempio, a Milano quella raffigurante una madre che allatta un neonato (che, tra l’altro, sarebbe stata oggetto di donazione da parte della famiglia dell’artista) viene ritenuta portatrice di valori “non universalmente condivisibili” dall’apposita commissione preposta alla valutazione e, quindi, ne viene bocciata la collocazione in un luogo pubblico.

A Padova, invece, a fare paura ad alcuni membri della giunta di centro-sinistra è una statua raffigurante un alpino, commissionata dal gruppo alpini di Padova e Rovigo in concomitanza con il centenario della fine della prima guerra mondiale e ormai prossima a essere collocata nel parco Tito Livio di Padova. Pietra dello scandalo (ma forse meglio sarebbe parlare di “bronzo dello scandalo”), è il fatto che la statua dell’alpino, pensate un po’, sarebbe “armata” nientemeno che di un fucile. E non va certo bene che una statua “armata” sia mostrata ai bambini che giocano al parco, proprio mentre ci sono in corso ben due distinti conflitti, sanguinosi, alle porte dell’Europa. In fondo, gli alpini non saranno mica un reparto dell’esercito, no? E poi metti che il fucile improvvisamente si metta a sparare da solo…

A essere sorpreso per primo dalla polemica è stato il gruppo padovano degli alpini, che ha ricordato l’impegno di pace delle penne nere, ma lo stesso artista che l’ha realizzato ha confermato che non c’è alcunché di bellicista o aggressivo nella sua rappresentazione: anzi, elmetto e fucile posati a terra intendono rappresentare proprio una allegoria della pace. Sul punto è intervenuto anche il senatore Udc Antonio De Poli, parlando di polemica “stucchevole e priva di senso” e affermando: “I bambini, ragazzi e, più in generale, i più giovani hanno bisogno di modelli di riferimento. Le penne nere sono un esempio, i valori alpini sono i valori fondanti del nostro vivere civile: famiglia, Patria, dovere, sacrificio, memoria, solidarietà. L’attaccamento alle tradizioni e ai principi è ciò che contraddistingue le penne nere: tutto questo è un bagaglio che, a mio avviso, merita di essere tramandato di generazione in generazione. Quindi – conclude De Poli – non solo ritengo giusta e sacrosanta l’iniziativa del Comune di Padova ma giudico come ipocrite e insensate le critiche mosse da certi falsi pacifisti”.