Nuove sentenze sulla caccia alla volpe in Gran Bretagna

Cinque anni fa il governo di Tony Blair introdusse, tra mille polemiche, il bando alla caccia alla volpe, giudicata dalla maggior parte dei britannici odierni uno sport o un passatempo crudele. In realtà, la caccia alla volpe non è stata interamente vietata, ma la norma introdotta dal governo ha inteso proibire la pratica diffusa di incitare i cani, dopo aver stanato la preda, a sbranarla. Non è invece proibito cacciare la volpe con il fucile o i rapaci, utilizzando i… Cinque anni fa il governo di Tony Blair introdusse, tra mille polemiche, il bando alla caccia alla volpe, giudicata dalla maggior parte dei britannici odierni uno sport o un passatempo crudele. In realtà, la caccia alla volpe non è stata interamente vietata, ma la norma introdotta dal governo ha inteso proibire la pratica diffusa di incitare i cani, dopo aver stanato la preda, a sbranarla. Non è invece proibito cacciare la volpe con il fucile o i rapaci, utilizzando i cani semplicemente per stanarla. Una recente interpretazione data dall’Alta corte di Londra, però, potrebbe rendere del tutto inefficace il divieto: secondo i magistrati infatti, spetta all’accusa dimostrare che i cani hanno sbranato la volpe per deliberata istigazione dei cacciatori e non assecondando, invece, il loro istinto primordiale. Il parere della corte è stato motivato da un caso concreto: il cacciatore Antony Wright era stato, infatti, chiamato in giudizio perché i suoi cani avevano sbranato la volpe durante una battuta di caccia. Ma Wright aveva eccepito che per uccidere la volpe era presente un cacciatore con il fucile, ma che non ha fatto materialmente in tempo a intervenire perché i cani sono stati più veloci. Poiché i cani, generalmente, non sono in grado di rispondere alle domande della polizia e spiegare se siano stati o meno istigati, sembra proprio che il provvedimento di Blair rimarrà lettera morta…