Norinco 1911A1 calibro .45 Acp

Vai alla galleria delle fotoLa mitica Government passerà sicuramente alla storia, oltre che per i propri innegabili meriti, anche e soprattutto per gli innumerevoli tentativi, più o meno riusciti, di imitazione. I cosiddetti “cloni” sono, ormai, tali e tanti da coprire ogni possibile esigenza: si va dagli “attrezzi” ultra specializzati per il tiro dinamico, alle più austere versioni per la difesa o per un meno impegnato tiro informale. Se gli Stati U… [

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] La mitica Government passerà sicuramente alla storia, oltre che per i propri innegabili meriti, anche e soprattutto per gli innumerevoli tentativi, più o meno riusciti, di imitazione. I cosiddetti “cloni” sono, ormai, tali e tanti da coprire ogni possibile esigenza: si va dagli “attrezzi” ultra specializzati per il tiro dinamico, alle più austere versioni per la difesa o per un meno impegnato tiro informale. Se gli Stati Uniti sono, ovviamente, in testa alla classifica per numero di aziende che propongono interpretazioni della Government, anche in altri Paesi si è cominciato a proporre realizzazioni degne di nota: è il caso della Cina che, con la Norinco, sembra proprio aver trovato il perfetto compromesso tra la qualità e il contenimento del prezzo finale. La Norinco 1911A1 ricalca fedelmente i canoni meccanici della Government più classica. La chiusura è a corto rinculo di canna sistema Colt-Browning, che riassumiamo brevemente a vantaggio dei neofiti: la canna (lunga 127 mm) è vincolata al carrello per mezzo di due risalti semilunari che si inseriscono all’interno di altrettante sedi ricavate nel cielo del carrello. Al di sotto della camera di cartuccia è presente una biella, fulcrata superiormente a un’ appendice integrale alla camera, inferiormente al perno dell’hold open. All’ atto dello sparo, canna e carrello rinculano uniti per un breve tratto, finché il proiettile non esce dalla volata e le pressioni all’interno della canna non scendono a livello di sicurezza. A quel punto, la rotazione della biella costringe la parte posteriore della canna ad abbassarsi, svincolando i risalti dal carrello. La canna, quindi, si arresta e il carrello prosegue la sua corsa, estraendo ed espellendo il bossolo. La distensione della molla di recupero fa avanzare nuovamente il carrello, che preleva una cartuccia dal caricatore e la inserisce in camera. Quando la faccia dell’otturatore arriva a contatto del vivo di culatta, spinge nuovamente la canna in avanti, ripristinando il bloccaggio con il carrello. La canna ha due punti di contatto con l’arma: posteriormente, per mezzo della biella, alla leva dell’hold open e anteriormente al carrello, per mezzo di una boccola (bushing) che assicura il preciso riposizionamento della volata tra un colpo e l’altro. Questo particolare ci è parso ben curato e dotato di tolleranze contenute. L’ alimentazione è data da un caricatore amovibile monofilare, della capacità di sette cartucce. Il pulsante di sgancio, posizionato alla base del ponticello, è finemente quadrettato e agevolmente azionabile: quando è premuto, causa la caduta del serbatoio per gravità, senza che sia necessario sfilarlo dall’ alloggiamento con la mano debole. Le sicure sono due: sul lato sinistro del fusto c’è una leva che, spinta verso l’alto a cane armato, blocca il sistema di scatto. La seconda sicura è automatica: è costituita da una leva incernierata in corrispondenza dell’elsa, che blocca la corsa del grilletto se l’arma non è impugnata correttamente. Così come avviene nella Government militare, non è prevista la sicura automatica al percussore. La rampa di alimentazione è ricavata nel fusto: la canna è dotata solo di una svasatura in corrispondenza del bordo inferiore del vivo di culatta. Le uniche “concessioni” rispetto alla Government più pura sono costituite dal tubetto guidamolla posteriore, che nel clone cinese è cavo, mentre nella Government è pieno, e dal bordo posteriore della finestra di espulsione, svasato per agevolare l’uscita dei bossoli. L’ arma non è priva di alcune piccole raffinatezze, come l’unghiatura praticata sulla circonferenza del tubetto guidamolla anteriore. Questo dente ha lo scopo di “imprigionare” l’ultima spira della molla, impedendo quindi la separazione fortuita dei due componenti durante lo smontaggio. Dal punto di vista estetico sembra, a prima vista, di trovarsi di fronte a una veterana del fronte del Pacifico, soprattutto guardando il backstrap arrotondanto e rigato longitudinalmente o le guancette in plastica marrone. Le finiture sono insospettabilmente (pensando al prezzo di acquisto) buone: la brunitura semiopaca rivela piani tirati con scrupolo e poche incertezze, salvo forse che nell’esecuzione della sicura automatica dorsale. Sarà l’insufficiente forza della molla a lamina di contrasto, sarà l’imperfetto assemblaggio, fatto sta che il pulsante dorsale della sicura automatica non è spinto in posizione di riposo con decisione, bensì “sbatacchia” come se la molla interna non ci fosse. Questo, beninteso, influisce solo dal punto di vista estetico, in quanto senza la pressione del palmo della mano la corsa del grilletto è comunque impedita. L’ inconveniente può essere agevolmente risolto sia modificando le parti esistenti, sia sostituendo la molla e la leva della sicura con altre custom. Gli organi di mira costituiscono un perfezionamento rispetto a quelli installati sulla Government militare: pur essendo sempre poco rilevati (in modo da non impigliarsi negli abiti durante l’estrazione), infatti, sono molto più facilmente acquisibili, grazie al profilo squadrato e ai riferimenti bianchi 3-dot system di cui sono dotati (un pallino bianco al mirino cui fanno riscontro altri due riferimenti puntiformi ai lati della tacca di mira). Il mirino è fisso, piantato nel carrello e ribattuto, la tacca di mira è invece innestata a coda di rondine e risulta, quindi, regolabile in derivazione con martello e punzone in ottone. Nel corso della prova pratica, comunque, la taratura sul piano orizzontale impostata di fabbrica si è dimostrata più che azzeccata. Lo scatto è, indubbiamente, perfezionabile: dopo una precorsa praticamente inesistente, si arriva infatti a un secondo tempo di quasi tre chilogrammi, non particolarmente pulito. In ogni caso, è possibile intervenire rapidamente e con costi contenuti e, visto il prezzo di acquisto dell’arma, non ci sentiamo davvero di criticare più di tanto questo dettaglio. Per i test di sparo abbiamo utilizzato cartucce Fiocchi con palla Fmj di 230 grs a punta arrotondata e Fmj di 200 grani con punta semi wadcutter. Nella canna di 127 mm della pistola cinese, abbiamo ottenuto una velocità media di 252 m/sec con le 230 grs e di 279 m/sec con le 200 grs. In entrambi i casi, le munizioni hanno dimostrato una scarsa costanza, evidenziata dall’elevata deviazione standard (rispettivamente 7,4 e 6,8). Dobbiamo onestamente confessare di esserci accostati alla prova a fuoco con una buona dose di scetticismo, sia nei confronti dell’affidabilità dell’arma, sia per quanto riguarda le doti di precisione esprimibili. Ebbene, la pistola ci ha immediatamente “punito” alla prima rosata, con un raggruppamento di sei colpi in 45 mm a 15 metri. Mirando alla base della zona nera, le palle hardball di 230 grs sono finite tutte nella zona del “10”, tranne un flyer rimasto, comunque, nel “9”, subito a ridosso della linea del “10”. Galvanizzati dal risultato, ci siamo portati a 25 metri, dove abbiamo potuto riscontrare l’ottima “tenuta” sulla distanza della nostra Norinco: sempre utilizzando le 230 grs Fmj, siamo riusciti a piazzare cinque colpi in 65 mm, con però i primi quattro impatti racchiusi in un cerchio di 45 mm. La pistola ha dimostrato di gradire ancora di più le 200 grs fmjfn, con le quali abbiamo realizzato a 25 metri una notevole rosata di cinque colpi in 35 mm, composta in pratica di soli due fori. Nel corso della nostra prova abbiamo sparato circa cento cartucce, senza che si sia verificato il benché minimo inconveniente. L’arma ha macinato tutto, senza esitazioni o impuntamenti, nonostante gli abbondanti residui lasciati dalla combustione delle cartucce. Buona, come in tutti i cloni Government, la controllabilità, grazie alla realizzazione interamente in acciaio, che porta il peso complessivo oltre il chilogrammo. L’unico, piccolo fastidio consiste nel fatto che nelle serie di tiro prolungate le viti delle guancette tendono a svitarsi, ma basta un poco di frenafiletti (tipo Loctite) per annullare l’inconveniente. Per avere davvero il massimo, si potrebbe addirittura sostituire le guance con altre in gomma, più grippanti. I comandi sono ben realizzati: la sicura manuale ha un azionamento netto e deciso, la leva dell’hold open si sgancia senza sforzi eccessivi. Per quanto riguarda quest’ultima, abbiamo anche apprezzato la comodità di rimozione e, soprattutto, di reinserimento durante lo smontaggio, grazie alla giusta resistenza offerta dal pistoncino di frizione. Buona anche la realizzazione degli intagli di presa sul carrello, che offrono una presa salda senza offendere i polpastrelli della mano debole. Indubbiamente, l’industria armiera cinese deve avere il suo punto di forza nel contenimento del costo della forza lavoro: diversamente, non si riesce a capire come sia possibile, nel XXI secolo, offrire una Government tutta in acciaio di queste caratteristiche a un prezzo ben inferiore al milione di vecchie lire. Se si chiude un occhio sull’ incerta esecuzione della sicura (difetto che, comunque, affligge l’esemplare in prova ma potrebbe non rinvenirsi su altri esemplari), l’arma è perfettamente in grado di dare da subito grandi soddisfazioni sia nel Tiro a segno, sia nell’ utilizzo difensivo (a patto, naturalmente, di voler sopportare il peso di una full size tutta in acciaio nel porto continuato). Per chi desidera qualcosa di più, è naturalmente disponibile la mostruosa scelta di accessori concepita per i cloni Government (sicure maggiorate, grilletti allungati, guancette, organi di mira, eccetera): in questo caso, la Norinco diventa una base di partenza di grande rendimento per avere un’arma custom al prezzo di una “normale” pistola di serie. [

] L’articolo completo, con molte più foto, lo trovate su Armi e Tiro di febbraio 2003 [

] Produttore: Norinco Armsports Co, 12A Guang An Men Na Jie, Beijing 100053, Cina, tel. 00.86.10.63.52.99.88, fax 00.86.10.63.52.29.14 Importatore: The four company spa, via Marconi 118/B, 25069 Villa Carcina (Bs), tel. 03.08.98.38.72, fax 03.08.98.03.57, info@tfc.it Modello: 1911A1 Tipo: pistola semiautomatica Calibro: .45 Acp Funzionamento: corto rinculo di canna sistema Colt-Browning Alimentazione: serbatoio amovibile monofilare Numero colpi: sette Mire: mirino fisso, tacca di mira regolabile in derivazione Scatto: Singola azione Percussione: cane esterno Sicura: manuale al fusto, automatica all’impugnatura Lunghezza canna: 127 mm Lunghezza totale: 218 mm Peso: 1.120 grammi scarica Numero del Catalogo nazionale: 11.759 (arma comune) Materiali: acciaio al carbonio, guancette in plastica Finiture: brunitura nera semiopaca Prezzo: 420 euro circa, Iva inclusa