New York: giudice federale rimette in discussione le “gun free zone”

La diatriba tra giudici conservatori e politici amministratori dello Stato di New York si arricchisce di un nuovo capitolo. La querelle è iniziata con una sentenza della corte suprema che, alcuni mesi or sono, aveva dichiarato l’incostituzionalità di una legge (peraltro vecchia di oltre un secolo) vigente nello Stato di New York, secondo la quale per essere autorizzati a girare armati bisognava comprovare il “dimostrato bisogno”. A questa sentenza le autorità dello Stato e della città di New York hanno contrapposto una serie di provvedimenti volti a escludere la possibilità di portare legalmente armi in tutta una serie di luoghi ritenuti “sensibili”, come metropolitane, bar, teatri e persino la piazza di Times square.

Il giudice federale Glenn Suddaby, del distretto settentrionale di New York, ha tuttavia sancito l’illegittimità di gran parte del provvedimento in questione, con particolare riferimento al divieto di porto delle armi sui mezzi pubblici di trasporto, facendo esplicito richiamo alla tradizione americana dell’era della fondazione. In sostanza, secondo il giudice Suddaby potrebbero essere dichiarati legittimi quei divieti, o limitazioni, al secondo emendamento che si possano ricollegare a normative di tipo similare in vigore in almeno tre Stati nei primi anni di esistenza della confederazione. Per quanto riguarda il divieto di portare armi su mezzi pubblici di trasporto, negli stadi, nei teatri e altri luoghi di spettacolo e nella piazza di Times square, il giudice ha stabilito l’illegittimità, in quanto in nessuno degli Stati americani, tra il tardo XVIII e il XIX secolo, erano in vigore leggi simili.

Ovviamente le autorità dello Stato hanno presentato appello contro la sentenza, che è stata conseguentemente sospesa in attesa della pronuncia da parte della corte d’appello. Nel caso in cui, tuttavia, dovesse risultare confermata anche in secondo grado, la sentenza avrebbe efficacia su tutto il territorio di competenza della corte d’appello, che oltre allo Stato di New York comprende anche Connecticut e Vermont.