Michigan: protesta armata contro il lockdown

Migliaia di persone, anche armate, in piazza a Lansing, capitale del Michigan, per protestare contro le misure di contenimento del Coronavirus giudicate troppo severe

Sono arrivati a migliaia, in auto o a piedi, portando in puro stile americano (e pacificamente) le loro armi con sé: parliamo dei cittadini dello Stato del Michigan, che si sono radunati nella capitale, Lansing, per protestare contro le misure di segregazione disposte dalla governatrice Gretchen Whitmer (in foto) per la lotta al Coronavirus, che nel solo Michigan conta finora circa 27 mila contagiati e 1.900 decessi. Tra i cartelli esibiti dai manifestanti campeggiavano scritte come “La libertà persa una volta è persa per sempre” e “la sicurezza senza libertà si chiama prigione”, mentre i cori invitavano, in contrapposizione al “lockdown” per i cittadini, a “rinchiudere” (“lock her up”) la governatrice.

In particolare i cittadini del Michigan contestano alla governatrice la sensatezza di determinate scelte (peraltro in vigore anche in Italia…) come quella secondo la quale è possibile andare nei supermercati e nei centri commerciali ma solo per acquistare beni di prima necessità. Altri hanno evidenziato l’assurdità delle misure relative alla frequenza di fiumi e laghi, con il permesso (per esempio) di praticare il kayaking ma non la pesca. Più di tutto, però, i cittadini sono preoccupati perché molte attività commerciali e produttive che potrebbero in teoria rimanere aperte senza rischi per la salute, sono invece costrette a rimanere chiuse. La governatrice ha commentato la manifestazione dicendo di comprendere l’esasperazione dei cittadini ma che, nello stesso tempo, se per una amara ironia della sorte l’assembramento di manifestanti dovesse determinare un aumento dei contagi, l’unica soluzione sarebbe quella di prolungare ulteriormente il Lockdown.

È un dato di fatto, comunque, che il lockdown disposto nei diversi Stati americani sta determinando la perdita del lavoro per un gran numero di cittadini americani: uno dei più grandi successi attribuiti all’amministrazione Trump era stato proprio l’abbassamento del tasso di disoccupazione ai minimi storici (3,6 per cento), in un mese di Coronavirus si è passati a una stima del 20 per cento per il mese di aprile, per un totale di oltre 22 milioni di disoccupati. Sarebbe il livello di disoccupazione più alto registrato negli Stati Uniti dai tempi della Grande depressione del 1929.