Mauser M18 Lr chassis: specialista per il tiro

 

I tecnici del Blaser group hanno trasformato una “pacifica” cacciatrice (però già garantita con prestazioni balistiche al di sotto del minuto d’angolo), in una vera macchina da tiro, sfruttando la versatilità dell’azione M18. Il primo degli ingredienti specifici di questa ricetta è senz’altro la canna: lunga 620 mm (lunghezza che nella M18 standard è disponibile solo per i calibri magnum), ha profilo pesante con diametro in volata di 22 millimetri. L’esemplare in prova era camerato in .308 Winchester (che nonostante i vari 6,5 mm di moderna concezione resta uno dei calibri più equilibrati, versatili e intrinsecamente precisi della storia), con rigatura a 6 principi con passo di 11 millimetri, in alternativa sono disponibili anche le camerature in .243 Winchester, 6,5 Creedmoor, 6 Xc, tutti calibri “short”, malgrado l’azione sia di lunghezza unica sia per tutti i calibri, siano essi appunto del tipo “short”, cioè della taglia del .308 Winchester, sia di tipo “long”, cioè della taglia del .30-06. Ciò, come ha peraltro dimostrato il brand finlandese Tikka con la sua T3 (oggi T3X), non è assolutamente uno svantaggio dal punto di vista balistico e pratico, nella misura in cui l’azione stessa sia dotata di idonea rigidità torsionale, come appare essere appunto questa M18, anch’essa come quella della T3 avente struttura di tipo chiuso, anziché a ponti aperti tipo Mauser 98 o Remington 700. Rigidità che è ulteriormente enfatizzata dalla slitta Picatinny monolitica fissata sulla sommità della culatta, e che risulta inclinata di 20 Moa al fine di “recuperare” parte dell’escursione delle torrette del cannocchiale nei tiri alle maggiori distanze. Il vantaggio di questa soluzione è quello di avere una finestra di espulsione piuttosto lunga (85 mm), che consente non solo una assoluta affidabilità di uscita dei bossoli “corti” del .308, ma anche un notevole agio nel momento in cui si volesse alimentare le cartucce una per una direttamente nella camera.
La volata della canna è filettata con passo M18x1 per l’installazione di eventuali freni di bocca o, dove consentito, moderatori di suono, la filettatura è protetta da una boccola liscia che si raccorda elegantemente con la superficie della canna. Quest’ultima è unita all’azione mediante filettatura (anziché innestata a caldo come sulla M12) e integra le sedi di chiusura dell’otturatore, che ha testina a tre tenoni frontali simmetrici a 120 gradi. Come è ormai costume in questo tipo di armi, l’otturatore ha corpo cilindrico di diametro leggermente superiore rispetto alla sommità delle alette di chiusura, il che consente di avere una sede di scorrimento nell’azione perfettamente cilindrica, semplice da realizzare ma nello stesso tempo molto fluida nel movimento. La leva a bilanciere posta sull’estremità posteriore sinistra dell’azione, oltre a fungere da fine corsa per l’otturatore, ne consente l’estrazione per la pulizia e impedisce che l’otturatore possa ruotare sul proprio asse longitudinale prima di aver completato la corsa in avanti. L’estrattore è del tipo a ghigliottina, integrato nella parte frontale di una delle alette di chiusura, due gli espulsori a pistoncino caricato a molla, orientativamente collocati a “ore 6” e “ore 10”.
Rispetto alla M18 venatoria, questa Lr ha pomo dell’otturatore maggiorato, non è sferico bensì a forma di pera, con un diametro massimo di 20 millimetri. La sicura manuale è a leva, posta dietro il manubrio dell’otturatore, a tre posizioni: tutta avanti consente lo sparo, indietro di uno scatto blocca il grilletto, indietro di due scatti blocca grilletto e otturatore. Inoltre, la coda del percussore funge da avviso di armamento, protrudendo dal centro del noce posteriore dell’otturatore, con un anello di colore rosso.

Lo chassis
La calciatura convenzionale della M18 è sostituita, in questa variante, da uno chassis in lega leggera, realizzato da una azienda leader del settore, la statunitense Mdt. Si chiama Oryx e consente di avere una elevata precisione intrinseca dell’arma, grazie al supporto stabile all’azione e alla canna completamente flottante, una buona flessibilità di impiego e ingombri ancora tutto sommato limitati. Il tutto, al giusto prezzo, che non guasta di certo! Lo chassis presenta una struttura monolitica con anodizzazione nera opaca, sulla quale sono fissati mediante viti Allen i pannelli laterali dell’astina e il supporto della calciatura vera e propria. L’azione è accolta con un profilo molto preciso dell’incassatura, che prevede lo specifico recoil lug in acciaio che si innesta nell’apposito scasso rettangolare presente al di sotto della porzione filettata di unione della canna. L’azione è dotata di due perni filettati fissi, che si innestano entro appositi fori previsti nello chassis e vengono poi fermati in posizione con una coppia di boccole filettate, con sede per chiave Allen. Per evitare che le boccole “mordano” la lega leggera e per evitare che possano allentarsi sotto sparo, sono previste due rondelle elastiche.
Lo chassis integra anche il ponticello del grilletto, il bocchettone del caricatore con relativo bilanciere di sgancio (nella parte frontale) e un rest anteriore che consente un appoggio stabile nel caso in cui si dovesse tirare dalla barricata, come è richiesto in alcune recenti discipline sportive. I pannelli laterali dell’astina sono più spessi nella metà posteriore e più rastremati nella metà anteriore, con una larghezza complessiva rispettivamente di 50 e 44 mm. La porzione più ampia presenta una serie di scanalature grippanti per la presa da parte della mano debole. Sotto l’astina sono presenti alcuni slot con interfaccia M-lok per l’installazione di accessori, per il montaggio del bipiede con interfaccia tipo Harris è comunque presente anche la classica swivel stud all’estremità anteriore. Sui lati del puntale sono presenti due attacchi Qd cup per magliette porta cinghia a sgancio rapido, ai quali fanno riscontro analoghi Qd cup sull’estremità posteriore della pala del calcio. Quest’ultima prevede una sagomatura che agevola il tiro dal bancone con presa da parte della mano debole e, inoltre, all’estremità inferiore è dotata di una slitta Picatinny per l’aggancio di un monopiede regolabile. La lunghezza è regolabile aggiungendo o togliendo appositi spaziatori polimerici interposti tra calcio e calciolo, nella configurazione di base è montato uno spaziatore di 7 mm e altri due dello spessore di 12 mm sono inclusi nella confezione, con un secondo paio di viti per il calciolo, di maggior lunghezza.
Anche l’appoggiaguancia è regolabile in elevazione, con una escursione verticale di circa 20 millimetri: per variarne l’altezza si allentano due ghiere filettate laterali, che vanno a serrarsi direttamente sui due piloni portanti dell’appoggiaguancia. Intelligentemente, le rondelle possono essere serrate a scelta del tiratore sul lato destro della calciatura o sul lato sinistro.
Lo chassis prevede anche una impugnatura a pistola compatibile con quelle per la piattaforma Ar15, quella installata di serie è in gomma con una accattivante finitura soft touch e di tipo anatomico, sui lati infatti prevede un ingrossamento nella parte mediana, che riempie opportunamente il palmo della mano, consentendo una presa salda ma insieme confortevole e naturale.
Lo scatto è in un solo tempo, regolabile, con l’impostazione di fabbrica abbiamo rilevato un peso di sgancio di 900 grammi, con il dinamometro Lyman. È un tre leve, l’aspetto tutto sommato inconsueto è che il guscio portante è realizzato in polimero, si tratta tuttavia di un materiale di elevatissima durezza, tale da non far rimpiangere l’alluminio o l’acciaio.

La nostra prova
Per la prova a fuoco, sulla slitta Picatinny abbiamo montato un cannocchiale Delta Titanium 3-24×56 con tubo di 34 millimetri e correttore di parallasse laterale. L’arma, come si conviene a una heavy barrel per il tiro sportivo, ha un peso abbastanza corposo, circa 4.500 grammi, ma comunque mantiene una certa maneggevolezza, specialmente considerando che lo chassis è sufficientemente fine da non risultare troppo ingombrante. Per inserire l’otturatore nell’arma (nella confezione è disgiunto) bisogna togliere l’appoggiaguancia, il reinserimento peraltro è semplicissimo, così come la regolazione in altezza. Con lo spaziatore di 7 mm in dotazione abbiamo constatato un trigger reach ottimale, quindi non abbiamo perso tempo a inserire gli spaziatori aggiuntivi. Il caricatore, completamente polimerico (molla esclusa, s’intende), della capacità di 10 cartucce, è bifilare a presentazione alternata, ciò agevola non poco il rifornimento dei colpi che, tra l’altro, abbiamo provato con successo a effettuare anche direttamente dalla finestra di espulsione. Due sono gli aspetti, a nostro avviso, perfezionabili nel caricatore: il primo è che il sistema di aggancio è poco netto soprattutto per quanto riguarda l’estremità posteriore, il secondo è che il fondello è mutuato dalla versione “da caccia” a 5 colpi, destinata a integrarsi nel profilo della calciatura. Ciò significa che ha profilo bombato, il che significa a sua volta che il caricatore non sta in piedi da solo appoggiandolo sul bancone di tiro. È peraltro un peccato del tutto veniale, s’intende. A parte questo aspetto, che è soggettivo, l’affidabilità è stata totale: l’alimentazione è molto fluida, il movimento di chiusura dell’otturatore non presenta particolare indurimento quando l’estrattore deve scavalcare il fondello della cartuccia per agganciarla, l’espulsione è decisa e priva di incertezze tanto con i bossoli vuoti, quando con le cartucce cariche (più pesanti), grazie al doppio pistone. Posizionando una sporta della spesa in tela contro la paratia destra della linea di tiro, siamo riusciti a “mandare in buca” dentro di essa tutti i bossoli espulsi dopo lo sparo, senza doverli poi raccogliere in giro dopo la sessione di tiro e senza doverli gestire uno per uno manualmente, distraendoci dal tiro. L’astina dello chassis consente un appoggio veramente stabile sul sacchetto del rest del poligono, sia grazie al profilo squadrato, sia grazie al fatto che la canna pesante consente un buon appruamento del baricentro. La presenza dei tre tenoni di chiusura a 120 gradi determina un arco di apertura del manubrio otturatore contenuto in soli 60 gradi, il che significa che in posizione di apertura il manubrio risulta pressoché orizzontale e, di conseguenza, non interferisce con l’ottica anche in caso di strumenti ingombranti e dal montaggio ultra-basso.
Abbiamo messo alla prova le qualità dell’arma con un assortimento di cartucce commerciali da tiro con palla Hpbt del peso di 168 grani, alle quali abbiamo aggiunto le Sako Racehead Otm con palla Scenar del peso di 175 grani e una ricarica allestita con palla Sierra Mk sempre di 175 grani, spinta da 41 grani di Vihtavuori N140.
Con le 168 grani, l’arma è stata in grado di rispettare la propria fama di precisione sub-Moa: con le Rws Target elite plus abbiamo realizzato a 100 metri, in appoggio anteriore, una rosata di tre colpi in 20 mm, appena un millimetro in più il raggruppamento con le Federal Gold medal con palla Sierra Matchking. Appena oltre il Moa, invece, il risultato ottenuto con le Sako Racehead sempre di 168 grani. È stato, però, con le 175 grani che siamo riusciti a ottenere l’immediato “cambio di passo”, che ci ha molto positivamente sorpreso: con le Sako commerciali Racehead Otm il raggruppamento di tre colpi si è disposto con un diametro di soli 12 millimetri (da centro a centro), con le nostre ricariche addirittura tre colpi in soli 9 millimetri. È stato, quindi, con questi due caricamenti che abbiamo portato il bersaglio sui 300 metri, ottenendo due rosate pressoché gemelle di 3 colpi in 35 millimetri, corrispondenti (decimale più, decimale meno) a 0,4 Moa. L’unica differenza tra i due caricamenti è che con le nostre ricariche, caratterizzate da una velocità più modesta, è stato necessario apportare una correzione di qualche click in elevazione, rispetto alla 175 grs Sako.
Un risultato decisamente spettacolare. La canna pesante consente di sparare numerosi colpi di seguito senza un riscaldamento soverchio e, soprattutto, anche quando ormai comincia a palesarsi un certo miraggio termico, la rosata non subisce né migrazioni, né ampliamenti rispetto ai risultati a canna fredda. L’eccellente stabilità al tiro dello chassis e il peso comunque non modesto del complesso arma-ottica conferiscono una notevole dolcezza alle reazioni allo sparo, il che rende virtualmente superfluo pensare a un freno di bocca.

La prova completa su Armi e Tiro di giugno 2021

Scheda tecnica
Produttore: Mauser, mauser.com
Distributore: Blaser Italia, via Luigi Pasteur 11, 37135 Verona, tel 045.45.79.820, blaser.de/it
Modello: M18 Lr chassis
Tipo: carabina a ripetizione manuale
Calibro: .308 Winchester (anche .243 Winchester, 6,5 Creedmoor, 6 Xc)
Funzionamento: otturatore girevole-scorrevole a tre tenoni
Alimentazione: caricatore amovibile bifilare a presentazione alternata
Numero colpi: 10
Canna: rotomartellata, lunga 620 mm, volata di 22 mm con filettatura M18x1, rigatura a 6 principi con passo di 11 pollici
Lunghezza totale: 1.115 mm con lo spaziatore di 7 mm
Scatto: diretto, monostadio, regolabile, peso di sgancio rilevato 900 g
Percussione: percussore lanciato
Sicura: manuale a leva a 3 posizioni; indicatore di percussore armato
Mire: slitta Picaninny inclinata di 20 Moa per l’installazione di ottiche di puntamento (in prova, Delta Titanium 3-24×56)
Materiali: acciaio al carbonio, chassis in lega leggera
Finiture: brunitura nera opaca, chassis anodizzato in nero e verde oliva
Peso: 4.500 g
Qualifica: arma da caccia
Prezzo: 2.601 euro, Iva inclusa