Le Beretta 51 ex polizia

Sono arrivate alla Tfc le prime Beretta 51 ex polizia di Stato: è la prima volta che i collezionisti italiani possono entrare in possesso di quello che per decenni è stato un vero frutto proibito

Per il momento sono un centinaio e sono bellissime: vissute il giusto e con marchi e punzoni che gli appassionati nostrani hanno potuto soltanto sognare per decenni. Parliamo delle Beretta 51 dismesse dalla polizia di Stato, che la Tfc di Villa Carcina (Bs) ha ritirato e messo in commercio sul mercato civile previa trasformazione in 9×21. Seguiteci in questa breve carrellata di immagini, in attesa di leggere l’articolo completo su Armi e Tiro di settembre 2020!

Le scritte sul carrello sono abbastanza simili tra loro, prevedono l’indicazione “generica” 9 mm che non ha richiesto quindi “cancellazioni” strane. L’anno di costruzione non è indicato in chiaro, vi sono però alcune piccole differenze nella grafia dei caratteri, a seconda del periodo di fornitura che è andato, grosso modo, dalla metà degli anni Cinquanta fino al 1976.

Per impattare il meno possibile sull’autenticità storica dei reperti, salvaguardando però al contempo gli obblighi di legge, i punzoni del Banco di prova sono stati apposti sotto una delle guancette e l’indicazione del calibro sulla canna è stata impressa proprio nel punto in cui va a coprire il carrello quando si trova in chiusura.

I punzoni di proprietà della polizia di Stato (che, ricordiamo, era militare fino al 1981) sono costituiti dal marchio di accettazione da parte dell’arsenale di Gardone, sul lato sinistro dell’elsa, e dalle lettere “PS” (pubblica sicurezza) sul lato destro, che si trovano con due grafie: incluse in un ellisse oppure non incluse.

La maggior parte delle armi è dotata di carrello standard, uguale a quello che si riscontra anche sulla controparte civile degli stessi anni. Alcuni rari esemplari sono dotati invece di carrello irrobustito, più largo sui lati e quindi più pesante, montato probabilmente come ricambio a partire dalla metà degli anni Settanta, quando il medesimo carrello, definito “pesante” era fornito sugli esemplari di ultima fornitura (i cui fusti, tra l’altro, erano in lega leggera). Questi carrelli, oltre che per lo spessore, si distinguono per avere 30 fresature di presa al posto delle 33 dei carrelli leggeri di più antica produzione.

Anche le guancette sono presenti in più varianti: c’è quella classica che si trova anche sugli esemplari civili, con scanalature orizzontali di presa e due sole viti (una per lato); c’è la variante con una terza vite (sul lato destro) autofilettante di rinforzo; c’è la terza variante, più tarda, sempre con tre viti ma con in più il logo Beretta delle tre frecce. Poiché queste guancette si riscontrano su tutto l’arco delle matricole si presume si tratti di una sostituzione d’arsenale.

Le armi della polizia sono contrassegnate con matricola di 5 cifre, da circa 4.000 a circa 38.000. In alcuni casi alla matricola è aggiunto un prefisso “PS”, nonostante ci sia anche il normale marchio sul lato destro dell’elsa. La matricola è riportata su fusto, carrello e le ultime 4 cifre sulla canna. Le armi con carrello “pesante” non presentano la matricola sul carrello, il che fa ritenere si tratti di un componente installato come ricambio in un momento successivo. Anche i perni della leva dell’hold open sono di due tipi, il primo tipo ha l’estremità che finisce a filo del lato destro del fusto, il secondo tipo (probabilmente un ricambio) è più lungo ed è bloccato tramite un sieger.

L’articolo completo, con molte più foto e informazioni, lo troverete sul fascicolo di Armi e Tiro di settembre 2020!