Le armerie possono ripartire

Solo per l’attività di riparazione e manutenzione di armi, sistemi di arma e munizioni. Lo comunica Assoarmieri a seguito di una circolare esplicativa del ministero dell’Interno

La circolare emessa ieri dal ministero dell’Interno, esplicativa del decreto del presidente del consiglio dei ministri (dpcm) del 26 aprile, contiene un’interpretazione atta a consentire lo svolgimento di una serie di attività produttive per il cui esercizio è richiesto il possesso di titoli di polizia. Lo riferisce Assoarmieri nella circolare numero 24 di oggi.
L’interpretazione si riferisce ai settori economici della fabbricazione di esplosivi, la quale costituisce una “sotto-categoria” del genere “fabbricazione di prodotti chimici”, individuata dal codice Ateco 20 e della fabbricazione di armi e munizioni che, a sua volta, rientra nella più generale categoria della “fabbricazione di prodotti in metallo”, contraddistinta dal codice Ateco 25.
Secondo tale interpretazione deve, pure, ritenersi consentita l’attività di riparazione e manutenzione di armi, sistemi di arma e munizioni, costituendo essa una declinazione particolare della categoria generale della “riparazione, manutenzione ed installazione di macchine ed apparecchiature”, individuata dal codice Ateco 33″.
La circolare afferma, però, “che non è, invece, ancora consentita la ripresa del commercio al dettaglio delle armi e munizioni (individuata dal codice Ateco 47.78.50), non essendo tale attività ricompresa tra quelle, elencate nei richiamati Allegati 1 e 3, di cui il dpcm 26 aprile 2020 permette l’esercizio”.
Pur non potendo esercitare il commercio, le armerie, a decorrere dal 4 maggio, quando siano in possesso dello specifico titolo di polizia, potranno comunque effettuare operazioni di manutenzione e riparazione delle armi stesse. Naturalmente rispettando tutte le prescrizioni per la messa in sicurezza degli esercizi e le misure per contrastare la diffusione del virus.
Rimangono inoltre valide le previsioni racchiuse nei precedenti decreti presidenziali che hanno consentito, sin dall’inizio dell’emergenza, lo svolgimento dell’intero spettro dei servizi di vigilanza privata e di vendita a distanza.