La storia del Gis

Uno dei fondatori del Gruppo intervento speciale dei carabinieri, il Comandante “Alfa”, ha narrato la sua lunga carriera in un avvincente libro dal titolo “Cuore di rondine”: durante la presentazione a Torino nelle sale del Circolo della stampa, gli straordinari racconti di una vita spesa bene e per il bene

Uno dei fondatori del Gruppo intervento speciale dei carabinieri, il Comandante “Alfa”, ha narrato la sua lunga carriera in un avvincente libro dal titolo “Cuore di rondine”: durante la presentazione a Torino nelle sale del Circolo della stampa, gli straordinari racconti di una vita spesa bene e per il bene.

Nell’introduzione, il generale dei carabinieri Gino Micale, ha brevemente spiegato le funzioni del gruppo, i grandi sacrifici dei suoi componenti ed anche, qualche aneddoto: come quando si ritrovò, all’epoca giovane capitano dell’Arma, a fare da autista al furgone “civetta” del Gis nell’irruzione che liberò la piccola Patrizia Tacchella.

Il giornalista Meo Ponte, che ha seguito le cronache del Gruppo accompagnandolo sino in Iraq, ha raccontato dell’umanità e della quotidianità degli elementi straordinari che lo compongono, sino all’amicizia con il comandante “Alfa” cementatasi proprio in quel periodo e della sua “responsabilità” nel convincere l’autore, schivo per natura, a scrivere un libro sulla sua lunga esperienza.

Il comandante “Alfa” nell’anonimato dal “Mefisto” d’ordinanza, dato che è ancora in servizio, ha innanzitutto spiegato le ragioni dietro la stesura del libro: “È una sorta di ringraziamento: all’Arma, ai miei colleghi e alla mia famiglia”. Ha continuato poi nella cavalcata degli eventi con grande semplicità e leggerezza, dalla nascita improvvisa nel 1978 del Gruppo, allo stupore dei primi componenti del “Tuscania” chiamati a fondarlo, dell’impegno necessario a costituire dal nulla uno dei gruppi d’intervento più efficaci e noti al mondo, del primo intervento con successo nel carcere di Trani, un debutto che ha forgiato e dato slancio a tutti i componenti, dei tanti interventi noti e di altri meno, una aneddotica a volte davvero umoristica come nel caso dell’assalto al campanile di Venezia da parte dei “Serenissimi”.  Il comandante “Alfa” fu il primo a scalarlo e ad entrare nella torre presidiata da questi ma, inizialmente, non riuscì a capire nulla delle dichiarazioni e richieste urlate: lui siciliano, loro che parlavano solo in dialetto veneto e, pure stretto. Si arresero comunque…

Una vita davvero intensa, scandita e contrassegnata dagli eventi più clamorosi della cronaca italiana, gli incarichi all’estero, le scorte ai capi di Stato in visita in Italia, la difficoltà di nascondere quotidianamente la propria identità e ruolo, le difficoltà legate alla famiglia che ha dovuto aspettare sempre con ansia le sue lunghe e interminabili missioni, la reperibilità di servizio che non conosce pause e feste, l’impossibilità di crescere come un qualsiasi padre…i propri figli. A fronte di tanti sacrifici però, l’orgoglio di aver servito.

Durante la presentazione, hanno anche parlato il tenente colonnello Roberto Pintus presidente  dell’Anvg – Associazione nazionale volontari di guerra che ha parlato oltre che degli scopi associativi, del progetto “Torinoceronte”  insieme a Davide Bomben della Ppa-Poaching prevention academy.

Il ricavato del libro (edito da Longanesi e che costa 14,90 euro), andrà a favore dell’Onaomac, la fondazione per gli orfani dei carabinieri.