La protezione civile in mare

Al via la fase operativa del progetto europeo di protezione civile per eventi emergenziali in ambito marittimo. Il progetto trae origine dall’esperienza vissuta durante le fasi successive all’incidente del Costa Concordia (gennaio del 2012)
Dal 2 al 4 novembre 2015 il Raggruppamento subacquei e incursori della marina militare Comsubin ha organizzato la fase operativa del progetto Joint Force Water Environment Disaster Relief Operations Platform, presentato all’Unione europea dal Dipartimento di Protezione civile italiano, teso a definire una modalità operativa d’intervento in eventi emergenziali in ambito marittimo e subacqueo a carattere internazionale.
 
Il progetto trae origine dall’esperienza vissuta durante le fasi successive all’incidente del Costa Concordia (gennaio del 2012). Le peculiarità uniche dei palombari della marina militare emerse durante l’incidente del 2012 hanno consentito di definire gli assetti e le procedure per ottimizzare il dispositivo di soccorso subacqueo e di superficie.
A supporto dell’esercitazione, anche i nuclei subacquei dei vigili del fuoco, della guardia costiera, dei carabinieri e del corpo nazionale del Soccorso alpino e speleologico. Il progetto nasce da un’iniziativa dell’Italia a cui hanno aderito le strutture governative specialistiche del Regno Unito, della Svezia e dei Paesi Bassi.
 
 
Per testare tali procedure la marina ha organizzato, presso il Comando subacquei e incursori, più scenari subacquei che riprodurranno un evento emergenziale complesso nel più spinto realismo. In tale contesto saranno coinvolte circa 140 persone di Nazioni e reparti operativi diversi che, avvalendosi anche del supporto del volontariato locale reso disponibile dalla Regione Liguria per l’allestimento delle aree di lavoro, sotto il coordinamento del Dipartimento della Protezione civile e l’esperienza dei palombari del gruppo operativo subacquei di Comsubin, affronteranno numerose immersioni all’interno di strutture che simuleranno un sinistro marittimo. Grazie all’impiego di speciali apparecchiature da lavoro, gli operatori subacquei si faranno strada tra gli angusti spazi e gli ostacoli che normalmente si trovano all’interno di una Unità appena affondata, al fine di portare in salvo nel più breve tempo possibile gli eventuali sopravvissuti.