La Lega Nord stigmatizza il ddl Amati-Granaiola

La Lega Nord ha preso decisa posizione contro il ddl n. 583 proposto dalle senatrici Amati e Granaiola, tramite il senatore Paolo Arrigoni e, per la Camera dei deputati, l’onorevole Stefano Borghesi

La Lega Nord ha preso decisa posizione contro il ddl n. 583 proposto dalle senatrici Amati e Granaiola, tramite il senatore Paolo Arrigoni e, per la Camera dei deputati, l’onorevole Stefano Borghesi.

 

“Preoccupazione la nostra fondata sulle recenti e continue pressioni che arrivano dai senatori del Pd tanto che pochi mesi fa su sollecito dalla senatrice Lo Moro (Pd) è stato iscritto all’ordine del giorno dei lavori della prima commissione e nei prossimi giorni potrebbe avere il via libera per l’aula del senato”, si legge nel comunicato. “Quanto proposto dalle senatrici del Pd nel disegno di legge fa capire chiaramente la pretestuosa quanto assurda volontà di far approvare norme ancora più restrittive per il rilascio e il rinnovo del porto d’armi con il chiaro intento di decimare ancora una volta il mondo venatorio e gli appassionati di armi oltre a penalizzare fortemente creando un danno economico incalcolabile all’industria armiera ed al suo indotto. La follia sta nel prevedere che per il rinnovo di un porto d’armi, non solo si riducano notevolmente gli anni di validità del documento stesso da sei a tre ma venga richiesto con cadenza annuale un certificato rilasciato, previo accertamento dei requisiti psicofisici, da un collegio medico costituito presso l’azienda unità sanitaria locale competente, composto da tre medici, pubblici dipendenti, di cui almeno uno specialista in neurologia e psichiatra. Così come assurdo ed inammissibile pensare che le armi per uso sportivo debbano essere obbligatoriamente custodite esclusivamente presso le sedi di federazioni sportive riconosciute dal Coni e non possano essere detenute in casa e ancora che venga richiesta a chiunque possiede o detiene una o più armi di stipulare una polizza di assicurazione per la responsabilità civile per danni verso terzi. Riteniamo vigliacco e poco onesto perseguitare e cercare di colpire chi, con la sola “colpa” di possedere un’arma da fuoco, ha la sana passione per l’attività venatoria o da sportivo per il tiro al piattello o tiro a segno ma soprattutto poco rispettoso nei confronti di tutti quei cittadini che detengono legittimamente un’arma magari anche con valore affettivo quando sanno benissimo le senatrici che chi delinque non si preoccupa certo di essere a norma di legge per procurarsi un arma. Basti pensare che statisticamente i mezzi preferiti negli omicidi soprattutto domiciliari, sono quelli che non sono ritenuti armi ma strumenti e per questo soggetti a libera vendita come: i coltelli di qualsiasi genere e dimensione, gli archi, le balestre, i fucili da pesca subacquea, accette, machete ecc. Come Lega Nord riteniamo invece legittimo che il diritto alla proprietà privata implica, e non esclude, il corrispettivo diritto all’autodifesa e per giunta, voler negare con cavilli ed artifizi burocratici e soggettivi il diritto di avere un’arma a un cittadino onesto per timore delle sue azioni future significa introdurre nell’ordinamento giuridico un principio contrario a ogni logica. In altre parole, queste assurde ulteriori restrizioni proposte dalle senatrici del Pd con il ddl 583 sul controllo delle armi proclamano “colpevoli” fino a prova contraria onesti cittadini che non hanno commesso alcun crimine, e individuano un reato in assenza di vittime facendo finta di non vedere che i veri criminali non hanno il porto d’armi. Siamo convinti a questo punto che il certificato di idoneità con i requisiti psicofisici prima di chiederlo a cacciatori e sportivi vada chiesto ai firmatari di certi disegni di legge perché molte volte non si rendono conto che fa più vittime una cattiva legge di una qualsiasi arma”.