La Lav farnetica in Sicilia

Sfruttando un grave incidente di caccia occorso in Sicilia, la Lav (Lega anti vivisezione) ha approfittato per diramare un comunicato dai toni quantomeno allarmistici, chiedendo l’immediata sospensione dell’attività venatoria per “evidenti e gravissimi rischi di pubblica e privata incolumità”. Il Cncn (Comitato nazionale caccia e natura) ha pubblicato un comunicato di risposta, che grazie a dati oggettivi riporta le cose nella giusta prospettiva. Nel comunicato, i… Sfruttando un grave incidente di caccia occorso in Sicilia, la Lav (Lega anti vivisezione) ha approfittato per diramare un comunicato dai toni quantomeno allarmistici, chiedendo l’immediata sospensione dell’attività venatoria per “evidenti e gravissimi rischi di pubblica e privata incolumità”. Il Cncn (Comitato nazionale caccia e natura) ha pubblicato un comunicato di risposta, che grazie a dati oggettivi riporta le cose nella giusta prospettiva. Nel comunicato, infatti, sono resi noti gli incidenti avvenuti in Sicilia dal 1° gennaio al 31 dicembre 2006, relativamente alla caccia ma anche alle altre attività all’aria aperta. Ebbene, la caccia è una delle attività che hanno causato meno vittime: a fronte di 6 feriti nell’attività venatoria, infatti, si sono registrati 3 morti, un ferito e un disperso nella pesca, 8 morti e due feriti nel nuoto, un morto nella raccolta funghi, 5 feriti e un disperso nell’escursionismo, 4 morti e un ferito nell’attività subacquea, 4 feriti nello sci, un morto e tre feriti nella nautica da diporto, 5 morti nel volo sportivo. Dei 22 morti registrati in Sicilia per attività all’aria aperta, insomma, nessuno è ascrivibile direttamente o indirettamente all’attività venatoria, testimoniando il successo delle campagne di informazione e sensibilizzazione del Cncn e delle associazioni venatorie.