Glock 43 calibro 9×21

La G43 è la Glock più attesa da diversi anni a questa parte. Con un’ampia gamma di modelli e camerature per il law enforcement e la difesa personale, il produttore austriaco è stato assente per lungo tempo nel settore delle pistole tascabili e di back-up. Un segmento nel quale la concorrenza è agguerrita

La G43 è la Glock più attesa da diversi anni a questa parte. Con un’ampia gamma di modelli e camerature per il law enforcement e la difesa personale, il produttore austriaco è stato assente per lungo tempo nel settore delle pistole tascabili e di back-up. Un segmento nel quale la concorrenza è agguerrita. La commercializzazione della G42 in 9 corto (Armi e Tiro, maggio 2014), diventata da subito un best seller, ha risolto parzialmente la questione. La G42 è stata progettata considerando prioritari la leggerezza e il contenimento degli ingombri, il che ne ha giustificato la cameratura in .380 acp ma ha lasciato insoddisfatti coloro i quali si aspettavano una 9 mm più potente. Camerata in 9×19 e 9×21 per il mercato nostrano, la G43 fornisce le prestazioni agognate. Maneggiandole entrambe, è evidente la differenza di peso con la G42, di 120 grammi circa. La G43 pesa 509 grammi con caricatore vuoto, 390 grammi la 9 corto. Meno importanti le differenze nelle dimensioni: 8, 3 e 2 mm in più rispettivamente per la lunghezza, l’altezza e lo spessore. La canna misura 86 mm, risultando più lunga di 3,5 mm rispetto alla G42. Con misure di 159x108x26 mm, la G43 non può definirsi tascabile, ma all’aumento ponderale e dimensionale corrisponde un deciso incremento delle prestazioni balistiche. Pertanto, la G43 è elettivamente destinata al porto occulto continuato in condizioni difficili, ambito nel quale non fa troppo rimpiangere semiautomatiche che garantiscono migliore controllabilità e volume di fuoco ma sono anche più grandi e pesanti. La dotazione di vendita include: la valigetta di plastica Glock con interno in schiuma; un caricatore standard da 6 colpi e uno con pad maggiorato ma della stessa capacità; il carichino, con texture tipo Gen4; la bacchetta di pulizia con scovolino; il manuale di istruzioni e, infine, la garanzia.

 

La meccanica

La G43 è una pistola semiautomatica con fusto in polimeri, chiusura geometrica a corto rinculo di canna sistema Colt-Browning modificato, scatto Safe action in semi-Doppia azione e percussore lanciato. Il caricatore ha corpo in polimeri e struttura interna in metallo. Posteriormente esso presenta 5 fori per il controllo delle munizioni con annessa indicazione numerica, ovvero un foro per ciascuna cartuccia dal secondo al sesto colpo. Come accennato, il pad prolungato del caricatore di riserva migliora la presa dell’arma, ma la capacità di 6 colpi rimane invariata. Privo di asperità, il carrello presenta una finitura grigia satinata: pesa 283 grammi, il 45 per cento in più dei 195 grammi della slitta otturatore della G42. Le alette verticali di presa sono abbastanza grippanti. Ampia la finestra d’espulsione che agevola la fuoriuscita del bossolo. L’estrattore esterno, corto e robusto, ha un risalto che protrude a cartuccia camerata in modo da fungere da avvisatore visivo e tattile di colpo in canna. Come sempre, l’estrattore è caricato elasticamente da una lunga molla a spirale con relativo pistoncino. Inferiormente, la sicura automatica al percussore è smussata, così come per la G42 (il blocco automatico del percussore degli altri modelli Glock è piatto). La revisione della punta del percussore rispetto a questi ultimi ha comportato anche la modifica del foro d’egresso della faccia dell’otturatore, non più rettangolare ma a goccia. Il mirino della G43 è meno alto di quelli che ho visionato su vari esemplari di G42, con apprezzabili benefici sull’identità tra punto mirato e punto di impatto per la 9×21. La canna ha rigatura semipoligonale a 6 principi. Il guidamolla telescopico tiene prigioniere alle estremità le due molle di recupero, è più lungo rispetto a quello dello stesso tipo installato sulla G42. Il fusto in polimeri alloggia vari componenti metallici: la placchetta inglobata nel dust cover col numero di matricola; le guide anteriori e posteriori di scorrimento del carrello; il blocchetto d’arresto della canna; alcuni componenti del sistema di scatto e l’hold open ridisegnato, la cui molla di ritorno non è più a filo ma è elicoidale ed è inglobata nello stesso slide stop. Infine, il traversino d’arresto della canna, sospinto da una molla a spirale che sostituisce quella a lamina degli altri modelli austriaci, tranne ovviamente la G42. La fitta trama di minuscoli risalti squadrati del fusto è chiaramente ispirata alla texture delle semiautomatiche Gen4: migliora la grippabilità dei fianchi dell’impugnatura, del back strap curvo e del front strap dritto, senza incavi per le dita. Sempre dalla Quarta generazione l’arma in prova mutua il pulsante rigato di sgancio del caricatore, ampio e squadrato, reversibile. Le dimensioni normali dello sgancio del caricatore e del ponticello appaiono sproporzionate rispetto alla compattezza dell’arma, ma elevano la funzionalità. Il dust cover è liscio, non essendo giustamente previste le guide per l’installazione di sistemi ausiliari di mira. Analogamente alla G42, il minuscolo pacchetto di scatto monta un disconnettore non intercambiabile con gli altri modelli Glock. La molla della leva di scatto, che lavora per compressione e non più per trazione, scorre su un’asta di guida fulcrata anteriormente al frontale del pacchetto. Posteriormente, la guida tiene l’uncino metallico che aggancia l’elemento cruciforme integrale alla leva di scatto. Le sicure automatiche (al grilletto, al percussore e anticaduta al sistema di scatto) intervengono colpo per colpo. Sempre colpo per colpo, la Safe action determina l’armamento del percussore che normalmente, a riposo, si trova solo leggermente arretrato rispetto alla posizione di sparo. L’assenza di sicure manuali depone a favore della rapidità di impiego e della facilità di maneggio.

 

Gli organi di mira e lo scatto

La tacca fissa, in polimeri, è innestata a coda di rondine. L’altezza è identificata da simboli sul lato destro, come di consueto per il produttore austriaco. Il traguardo è stretto, rispetto al mirino. Per il tiro in condizioni precarie di luce la tacca è fornita di contorno bianco del traguardo. Il mirino in polimeri, di forma squadrata, è fermato da una vite passante. La base esagonale della vite si serra contro il cielo del carrello. Per il tiro con poca luce il mirino è fornito di dot bianco. La forma squadrata e le dimensioni generose delle mire agevolano sia la rapidità di acquisizione sia la precisione di allineamento.

Lo scatto in semi-Doppia azione, denominato Safe action, provvede all’armamento del percussore a ogni colpo. Pertanto, la corsa del grilletto e il peso di sgancio rimangono invariati tra il primo colpo e i successivi. La Safe action si caratterizza per l’assenza del primo tempo, la lunghezza dichiarata della corsa del grilletto è 12,5 mm. Il peso di sgancio riportato dal produttore è di 2.500 grammi, mentre per l’esemplare in prova ho riscontrato un peso di sgancio di 3.900 grammi. Ininfluente il collasso di retroscatto.

Per le prove pratiche ho impiegato cartucce Fiocchi Black mamba ottimizzate per la difesa personale, caratteristiche per la leggera e veloce palla blindata troncoconica Fmjtc di 100 grs. Ho anche impiegato ricariche assemblate con bossoli Fiocchi, inneschi Cci small pistol, palle Fiocchi troncoconiche blindate Fmjtc 123 grs e palle in lega troncoconiche Tcbb Dynamic bullets di 122 grs. Dietro le Fiocchi Fmjtc 123 grs ho caricato una dose massima di 5,8 grs di Sipe N. Lo stesso propellente, ma in dose di 4,5 grs, è stato impiegato con le Dynamic bullets Tcbb 122 grs. In extremis, ho provato ricariche assemblate con bossoli Fiocchi, inneschi Winchester small pistol e palle ogivali blindate Fmj di 124 grs spinte da una dose di 5,4 grs di Sipe N. Più volte ho assistito ai malfunzionamenti che afferiscono la G42 finché non si completa il rodaggio: la G43 ha funzionato in modo impeccabile da subito con le varie munizioni, prescindendo dal livello di caricamento e dalla tipologia del proiettile. La cameratura è sempre avvenuta senza incertezze, regolari e decise l’estrazione e l’espulsione dei bossoli. Da questi ultimi ho riscontrato l’assenza di deformazioni anelastiche significative, le tracce di affumicatura sono state normali. Centrate e potenti le impronte di percussione. Il rientro del bossolo nella camera di scoppio è stato agevole anche con le munizioni più spinte. Brillanti le Black mamba, con una V0 di 386 m/sec e corrispondente energia cinetica di 49 kgm. Poco meno potenti le ricariche forti con la Fiocchi Fmjtc 123 grs, con 46 kgm e 338 m/sec. Le ricariche medie con la palla Fmj 124 grs hanno erogato una energia di 40 kgm (V0 = 312 m/sec). Poco stressanti, precise ed economiche, le ricariche palla piombo hanno giustamente fornito prestazioni minori spingendo la palla Tcbb di 122 grs a 290 m/sec (E0 = 34 kgm). Il calcolo delle energie di rinculo aiuta a capire il comportamento della Glock. Grazie principalmente alla leggerezza del proiettile, le potenti Black mamba hanno determinato un’energia di rinculo di 8,8 joule. Un valore inferiore ai 10,2 joule delle pur meno potenti ricariche con la Fiocchi Fmjtc 123 grs e simile agli 8,9 joule delle ancora meno potenti ricariche con la palla Fmj 124 grs. L’energia di rinculo delle ricariche palla piombo è stata di 7,2 joule. In teoria, con le ricariche blindate più forti, l’energia di rinculo della G43 è simile se non addirittura superiore a quella di una 1911 d’acciaio con canna di 5” che spari cartucce .45 acp ad alta velocità, più potenti delle classiche hardball. Prove di precisione sono state effettuate in tiro lento mirato a 25 metri a due mani, sparando in posizione isoscele, senza appoggio. Nonostante la distanza di tiro, elevata per una subcompact, la G43 slimline ha confermato la proverbiale precisione delle Glock, della quale è anche dotata la G42. Decisamente apprezzabili le rosate delle ricariche sia con la palla Fmj 124 grs, sia con la Tcbb 122 grs. Solo un po’ meno concentrati i raggruppamenti delle ricariche con la Fmjtc 123 grs e delle Black mamba. Ottima la taratura di fabbrica delle mire. Nel tiro rapido, le reazioni decise allo sparo delle munizioni più potenti tendono a rallentare la cadenza. Pertanto, un buon allenamento è indispensabile per gestire in modo conveniente la subcompact. In ogni caso, la velocità di tiro rimane rimarchevole sulle brevi distanze e la controllabilità è migliore di quanto sarebbe lecito aspettarsi da una pistola così leggera. Da buona Glock, per quanto attiene la controllabilità anche la 43 beneficia dell’elasticità del fusto in polimeri, del posizionamento basso della canna e della doppia molla di ritorno del carrello. La brevità dell’impugnatura è avvertibile anche per chi ha mani piccole. Il caricatore col pad maggiorato permette un migliore posizionamento del mignolo. Per dimensioni e conformazioni, le mire sono funzionali sia nel lento mirato sia quando si spara velocemente. Agevole l’azionamento del pulsante di sgancio caricatore, nonostante la posizione incassata che lo protegge dalle attivazioni accidentali. Lo sforzo elevato per l’azionamento dell’hold open rende consigliabile lo scarrellamento, arretrando la slitta otturatore fino a sbloccarla. Il trigger reach si attesta su valori contenuti.

 

Conclusioni

Confrontando sulla carta le caratteristiche della Glock in prova con quelle della G42 in 9 corto, viene spontaneo chiedersi se i due modelli non siano sostanzialmente sovrapponibili. In fin dei conti, nemmeno la possibilità di maneggiarle contemporaneamente permette di permeare completamente l’anima delle due subcompact monofilari. Le cose cambiano in modo radicale sparandole e portandole. La G42 è realmente tascabile, sebbene il peso e le dimensioni siano al limite della categoria: permette di gestire il 9 corto con una padronanza assoluta, sfoggiando doti di controllabilità e precisione sconosciute alla maggior parte delle concorrenti. Al contrario, la G43 pone l’accento sulle prestazioni balistiche poiché eroga energie cinetiche doppie o quasi rispetto alla .380 acp. Ovviamente, allo sparo non è docile come la 42 ma si tiene meglio di quanto sarebbe lecito attendersi da una semiautomatica così compatta e leggera. La G43 rimane estremamente occultabile pur non risultando la scelta elettiva per il porto con fondine da tasca.

 

Scheda tecnica

Produttore: Glock, www.glock.com

Importatore: Bignami spa, via Lahn 1, 39040 Ora (Bz), tel. 0471.80.30.00, fax 0471.81.08.99, www.bignami.it

Modello: 43

Tipo: pistola semiautomatica

Calibro: 9×21

Impiego specifico: difesa personale

Meccanica: chiusura geometrica a corto rinculo di canna sistema Colt-Browning modificato

Scatto: semi-Doppia azione denominata Safe-action, corsa del grilletto 12,5 mm, peso dello scatto dichiarato 2.500 g

Alimentazione: mediante caricatore monofilare

Numero colpi: 6+1

Percussione: mediante percussore lanciato il cui armamento è determinato dalla trazione del grilletto colpo per colpo – dopo ogni sparo il percussore rimane in leggero prearmamento

Sicura: automatica al percussore; automatica al grilletto; automatica anticaduta al sistema di scatto; l’estrattore funge da avvisatore visivo e tattile di camera carica

Canna: lunga 86 mm, con rigatura poligonale destrorsa a 6 principi, passo 1:250 mm

Mire: tacca fissa, in polimeri, innestata a coda di rondine; mirino in polimeri; riferimenti bianchi per il tiro con poca luce: bordo del traguardo alla tacca, dot al mirino

Lunghezza totale: 159 mm

Altezza: 108 mm

Spessore: 26 mm

Linea di mira: 132 mm

Peso: 509 g con caricatore vuoto

Materiali: canna e carrello sono d’acciaio al carbonio – il fusto e il corpo del caricatore sono in polimeri

Finitura: antiriflesso ad alta resistenza (Tenifer) per canna e carrello

Classificazione: arma comune

Prezzo: 609 euro, Iva inclusa