Libera di flottare

La canna dell’erede della 452 è stata svincolata dalla calciatura e il diametro della volata portato a 22 millimetri. Dopo l’articolo pubblicato su Armi e Tiro di febbraio, l’Uits la inserirà nell’elenco delle carabine ammesse per la Production

C’è una carabina calibro .22 long rifle che ha permesso a tante persone di avvicinarsi al Tiro a segno: è la Cz Zkm 452. Eccellenti prestazioni al tiro e un prezzo sotto la media di molti concorrenti le qualità che hanno consentito alla piccola carabine di imporsi in molti poligoni italiani. E proprio dalle caratteristiche della Cz 452 partì l’avventura del circuito Armi e Tiro Production, che adottò la rimfire ceca come “unità di misura” per creare la categoria Production, riservate a carabine entry level rispetto alle più performanti destinate alla Super production. I risultati non si sono fatti attendere e nei primi anni del circuito la 452 ha letteralmente dominato le classifiche, conquistando moltissime vittorie tra le mani di diversi tiratori, che avevano imparato ad apprezzarne la capacità di regalare ottime prestazioni con un po’ tutte le migliori cartucce in circolazione. Un dominio che è stato intaccato soltanto dall’avvento della Anschütz 1416, carabina obiettivamente superiore da un punto di vista meccanico (ma anche nel prezzo…).

 

La canna flotta

La differenza principale dalla progenitrice non la si vede e per apprezzarla occorre smontare la carabina: la 455 ha la canna completamente flottante e i due vincoli di congiunzione con la calciatura sono attuati dalle due viti Allen che bloccano anche il sottoguardia. Eliminato, dunque, il cilindro in acciaio che, nella 452, era vincolato alla canna, una decina di centimetri davanti al caricatore, e al quale si avvitava una delle due viti a taglio che univano calciatura e parte meccanica. Eliminata anche la seconda vite, sempre a taglio, di giunzione dei due elementi, quella che si inseriva tra il ponticello e il caricatore. Il vincolo tra la calciatura e la meccanica, dunque, è stato demandato alle due viti Torx alle estremità del sottoguardia. Se esternamente la calciatura ha mantenuto inalterate forme e dimensioni, rispetto alla 452, all’interno sono stati, invece, ridisegnati i vani del pacchetto di scatto e del telaio porta caricatore.

 

Pensata per il tiro

La Varmint è progettata proprio per gli appassionati di tiro di precisione: non ci sono mire metalliche e le due porzioni di slitta di 11 millimetri (lunga 34 millimetri quella anteriore, 54 mm quella posteriore) ricavata sulla parte superiore dell’azione consentono di agganciare gli anelli per l’ottica. Anche la calciatura in legno, ottenuta con noce turco di discreta qualità, ha un profilo molto dritto, ispirato alle carabine da Bench rest. Come sulla 452, poi, l’astina piatta (la larghezza varia tra i 35 mm in punta e i 40 mm davanti al caricatore) garantisce un solido appoggio sul sacchetto del rest: da rimuovere il perno porta maglietta per non avere interferenze. Nessuna modifica è stata apportata alla semplice chiusura, per la quale ci si affida alla parte squadrata della base del manubrio di armamento, che va a impegnare lo scasso appositamente ricavato nell’azione. Nella stessa zona è stata ricavata la tradizionale leva della sicura, sulla coda dell’otturatore, che potremmo definire tipo Mauser: spingendo in avanti la superficie, che presenta una zigrinatura antiscivolo eseguita con cura, si blocca sia la catena di scatto sia l’otturatore in chiusura.

Tra i componenti che sono stati modificati c’è l’otturatore: identico per dimensioni a quello della 452, nella parte inferiore e anteriore è stato allungato (dai 43 mm della 452 ai 51 della 455) lo smusso che, diversamente, impedirebbe la chiusura quando utilizzato nelle versioni in .17 Hmr e .22 magnum, cartucce più lunghe del .22 long rifle.

 

La nostra prova

Per spremere al massimo il potenziale della 455, ho scelto alcune delle munizioni top di gamma, come Rws R50 e Lapua Midas+ e Center-X, alle quali ho aggiunto altre cartucce considerate dai produttori “da allenamento”. Una considerazione, però, prima va fatta: chi utilizza carabine come la 455 per partecipare a gare agonistiche, e non, quindi, a sedute “domenicali” al poligono, sa quanto sia necessario non tanto accontentarsi di scegliere le marche migliori di cartucce, quando sia fondamentale dedicare tempo e pazienza a scegliere il lotto più indicato per la proprio carabina. La premessa è fondamentale perché alcuni risultati sui bersagli potrebbero sorprendere qualcuno: alcune cartucce per il training che regalano raggruppamenti più che buoni, altre match che non raggiungono i risultati sperati. Questo perché non con tutte le cartucce abbiamo avuto modo di avere a disposizione più lotti, mentre con altri, uno in particolare, ho potuto sfruttare un lotto a suo tempo selezionato da Niccolò, che si era già dimostrato eccellente con altre due carabine totalmente diverse dalla 455.

Dopo aver effettuato nel poligono Edisport le prove cronografiche, ho deciso di intervenire sullo scatto: quello di fabbrica proposto dalla Cz presentava un peso di sgancio inadeguato e così ho fatto ricorso al kit della statunitense Eric Brooks, lo stesso utilizzato da molti tiratori sulla 452, scegliendo non la molla più leggera, ma quella immediatamente prima. Questo elementare e minimo intervento eseguito dall’armeria Gunsmarket di Sant’Ilario d’Enza (Re) rappresenta il minimo per migliorare notevolmente la trazione del grilletto.

La giornata del test è stata quanto di peggio si potesse trovare: freddo, umidità e una bella nebbia per una classica giornata dell’inverno padano. Ma i risultati non si sono fatti attendere, dopo una ventina di colpi di affiatamento. Delle R50 avevamo a disposizione un solo lotto, ma come è capitato altre volte, Niccolò ha infilato con le munizioni tedesche alcune rosate di ottimo valore e con una costanza notevole. Meno bene le Lapua Midas+: entrambi i lotti a nostra disposizione non hanno garantito raggruppamenti soddisfacenti, mentre il discorso è cambiato diametralmente quando siamo passati alle Center-X: il lotto aveva già in passato fornito ottime prestazioni con altre carabine e cinque colpi all’interno del “10” del bersaglio Production (10,2 mm il diametro), con il solo appoggio anteriore sono un risultato affatto trascurabile, quasi a livello di alcune Super production. Un dato interessante, soprattutto per i meno esperti del “malefico” .22 long rifle, riguarda il primo colpo di questa rosata: sparato dopo parecchie R50, è andato ad alcuni centimetri dalla rosata vera e propria, effetto del diverso ingrassaggio delle palle tedesche rispetto alle finlandesi e conferma di quanto sia importante anche un lavoro di “condizionamento” della canna prima di entrare in gara.

 

 

Scheda tecnica

Produttore: Cz Uhersky brod, Repubblica ceca, www.czub.cz

Distributore: Bignami spa, via Lahn 1, 39040 Ora (Bz), tel. 0471.80.30.00; fax 0471.81.08.99, www.bignami.it, info@biganmi.it

Modello: 455 Varmint

Tipo: carabina bolt-action

Calibro: .22 long rifle (disponibile anche calibro .22 magnum e .17 Hmr)

Funzionamento: a ripetizione manuale, con otturatore girevole-scorrevole

Canna: rotomartellata, lunga 525 mm (20”); rigatura a sei principi con andamento destrorso e passo di 1:16” (406 mm); 22 mm il diametro della volata

Chiusura: garantita dalla coda dell’otturatore che, in chiusura, si innesta nello spigolo dell’azione

Percussione: percussore lanciato

Alimentazione: serbatoio amovibile monofilare da cinque colpi

Estrattore: a unghia in testa all’otturatore

Espulsore: fisso, integrale al telaio del vano caricatore

Congegni di puntamenti: mire meccaniche assenti; predisposizione per il montaggio dell’ottica con slitta in due parti di 11 millimetri

Scatto: diretto in un unico tempo

Sicure: a leva, che blocca scatto e otturatore, sulla parte posteriore dell’otturatore

Calciatura: all’americana, con pala dritta e astina a coda di castoro

Peso rilevato: 3.144 grammi

Lunghezza totale: 980 mm

Materiali: azione e canna in acciaio

Finitura: parti metalliche brunite nere

Prezzo: 501 euro, Iva inclusa