La corte suprema torna sul secondo emendamento

La corte suprema statunitense è tornata dopo oltre 10 anni a pronunciarsi sul secondo emendamento, che garantisce il diritto a possedere e portare armi da parte dei cittadini

A oltre 10 anni dal caso Washington Dc vs Heller, che ha fatto sì che la corte suprema statunitense affermasse che i diritti sanciti dal secondo emendamento della costituzione sono diritti individuali e non generici, i giudici di rango più elevato del sistema giudiziario statunitense sono tornati a confrontarsi con i dettami del secondo emendamento della costituzione, o meglio a confrontarsi con il sempre controverso rapporto tra il secondo emendamento e le normative statali o locali in materia di armi. In particolare, l’udienza che si è svolta lo scorso 2 dicembre è stata interlocutoria, in quanto avrebbe dovuto decidere se un’ordinanza vigente nella città di New York fosse conforme al secondo emendamento o se, invece, lo violasse e fosse di conseguenza da considerarsi incostituzionale. L’ordinanza limitava la possibilità dei detentori legali di armi di trasportare le armi stesse, ancorché scariche, in valigetta e separate dalle munizioni, dalla propria abitazione verso seconde case o verso poligoni situati al di fuori dei confini cittadini, obbligando i legali detentori al trasporto dell’arma solo nel tragitto verso uno dei sette poligoni esistenti in città. La seduta è risultata alla fine interlocutoria in quanto le stesse autorità cittadine di New York, una volta appreso che la corte avrebbe deciso nel merito dell’ordinanza, hanno preso l’iniziativa di ritirarla, piuttosto che correre il rischio di avere una sentenza non solo contraria sul punto, ma anche eventualmente favorevole in modo collaterale a una ulteriore estensione dei principi sanciti dal secondo emendamento. Secondo i promotori del ricorso alla corte suprema, tuttavia, la questione non sarebbe ancora completamente chiusa e la corte suprema dovrebbe comunque decidere nel merito, perché nonostante sia stata ritirata, nei mesi in cui è rimasta in vigore l’ordinanza ha prodotto effetti, sotto forma di sanzioni amministrative per i trasgressori, che di conseguenza sono risultati danneggiati da essa.