L’alluvione di Firenze, cinquant’anni fa

Il 4 novembre 1966 il fiume Arno straripò, allagando Firenze. In una serie di immagini dell’epoca, l’impegno dell’esercito italiano che rappresentò una presenza salvifica per la popolazione e il patrimonio storico e artistico / di Andrea Cionci

Sono passati 50 anni esatti dall'alluvione di Firenze del 4 novembre 1966, la tragica serie di straripamenti del fiume Arno che hanno mutato, nel corso dei secoli, il volto della capoluogo toscano.

In quell’occasione, l’Esercito rappresentò per la popolazione italiana un presenza costante e salvifica. Direttamente dall’archivio storico della forza armata, ecco una gallery di fotografie di quei giorni terribili, non solo per la popolazione, ma anche per il nostro patrimonio storico e artistico.

Furono oltre 8.200 i militari dell’Esercito che intervennero, sin dalle prime ore dopo lo straripamento del fiume Arno fino agli ultimi giorni del 1966, con centinaia di mezzi, materiali e attrezzature speciali. In particolare, grazie a un’intuizione di un ufficiale del Genio dell’Esercito, per alcuni giorni si riuscì anche a scongiurare l’allagamento di Pisa, attraverso una esplosione controllata a monte della città, nei pressi dell’abitato di San Donato, che deviò il normale corso dell’Arno. Tale risultato fu conseguito grazie alla preparazione e alla professionalità dei militari che, oggi come allora, sono sottoposti a un addestramento continuo teso a migliorare e ad ampliare le possibilità di utilizzo dei mezzi speciali in loro dotazione.

I soldati sono stati da sempre presenti in tutte le emergenze di calamità nazionale del passato, da Firenze al Piemonte, dal Friuli all’Irpinia. Gli interventi delle forze armate e soprattutto dell’Esercito hanno continuato ad assicurare un contributo di altissimo valore negli anni a seguire, come più di recente a Sarno (Sa), in Umbria, nelle Marche e all’Aquila. Tutte le predisposizioni e i piani per affrontare qualsiasi emergenza sono stati oggetto di un naturale processo evolutivo, che si è sviluppato nel tempo sulla base delle esperienze maturate anche nelle operazioni internazionali.

Contestualmente, la normativa in materia ha assunto una veste più completa e articolata per la formazione del servizio della Protezione civile e, con la legge 225, le forze armate sono state identificate quale una delle strutture operative nazionali del servizio.

L’Esercito, grazie alla sua connotazione “duale” soprattutto dei reparti dell’arma del Genio, oltre all’impiego operativo nelle missioni internazionali, è in grado d’intervenire in ogni momento, su tutto il territorio italiano a supporto della comunità nazionale, in interventi di pubblica calamità e pubblica utilità rappresentando per la popolazione civile un sicuro riferimento insieme alle altre forze armate. (Andrea Cionci)