Il Taser entra in azione… e nessuno si fa male!

La sperimentazione sulla distribuzione del Taser alle forze dell’ordine nella città di Milano è iniziata soltanto mercoledì e già c’è stato un primo intervento. Cosa è successo? La sperimentazione sulla distribuzione del Taser alle forze dell’ordine nella città di Milano è iniziata soltanto mercoledì e già c’è stato un primo intervento che ha visto protagonista il più noto tra gli storditori elettrici: è accaduto in piazza Duca D’Aosta, antistante la stazione centrale di Milano, nella serata di ieri. Secondo quanto riferito dal Corriere.it, al centralino della polizia è arrivata una segnalazione di una lite tra tre individui: la volante intervenuta in pochi minuti ha richiesto il supporto di un altro equipaggio, che avesse in dotazione il Taser. Al capo pattuglia è stato sufficiente avvisare i tre uomini, armati con una catena e un corpo contundente (un coltello secondo altra fonte), di aver attivato il Taser perché gli individui desistessero immediatamente. La situazione ha riscosso il plauso da parte del ministro dell’Interno Matteo Salvini, che ha commentato: “Più sicurezza e meno rischi. Complimenti e grazie alle forze dell’ordine! Avanti così, con la volontà di introdurre il Taser anche per la polizia ferroviaria, per la polizia locale e per la polizia penitenziaria”.
La storia non si fa con i se e con i ma: è un dato di fatto, tuttavia, che se non vi fosse stato il Taser probabilmente gli agenti avrebbero dovuto scegliere tra l’impiego dell’arma da fuoco (improponibile visto che la loro incolumità non era minacciata né ricorrevano i presupposti per l’uso legittimo delle armi) o l’ingaggio dei soggetti coinvolti nella rissa a mani nude, il che avrebbe comportato molto probabilmente lesioni a carico degli operatori, come troppo spesso è capitato (in particolare nella critica zona della stazione centrale di Milano). In questo senso il Taser, anche in virtù della colorazione molto appariscente del dispositivo, ha un effetto deterrente paradossalmente superiore addirittura all’arma da fuoco, risultando per contro molto meno pericoloso nell’impiego in aree densamente popolate (come quelle urbane), diversamente dall’arma da fuoco.
Adesso resta solo un piccolo problema da risolvere: chi glielo dice adesso allo chef Rubio?