Il ministero (forse) ci sta…

Il regolamento ha ripreso il suo (lento) iter con la prospettiva di minimizzare l’impatto sulle strutture private, molto penalizzate dall’ultima proposta ministeriale. Ma c’è la disponibilità dell’ufficio di Polizia amministrativa e sociale

È ripreso il lavoro sul regolamento dei poligoni privati al ministero dell’Interno. Ieri, presenti tutte le federazioni sportive interessate, si è trattato di una riunione ancora interlocutoria, sui principi generali. Ma i più hanno rilevato la disponibilità dell’ufficio di Polizia amministrativa e sociale a ridurre al minimo l’impatto nei confronti delle strutture (che sono oltre 60 in tutta la Penisola e circa 300 i campi di Tiro a volo), della loro economia e dei posti di lavoro e soprattutto dell’attività degli appassionati. In particolare, è stata sollevata la necessità di non discriminare le strutture private a cielo aperto, rispetto a quelle pubbliche che sono in genere al chiuso.

Pare sia stato chiesto di lavorare sul documento predisposto dal ministero espungendo le parti più critiche, ed entro un paio di settimane sarà convocata un’altra riunione. Gavino Mura, presidente della Federazione italiana Tiro dinamico sportivo, ha dichiarato: “Ritengo che questo primo incontro sia stato estremamente positivo. Abbiamo ancora margini di manovra per ottimizzare d'adeguare il regolamento dei campi di tiro alle necessità tecniche della Fitds, nel pieno rispetto imprescindibile della sicurezza”.