Il Messico fa causa ai produttori di armi Usa

L’amministrazione Biden parla fin dalla campagna elettorale di una legge per la responsabilità oggettiva dei produttori di armi: nel frattempo il Messico scatta in avanti, citando davanti a una corte federale americana tutte le principali aziende del settore, accusate di responsabilità nel traffico illegale di armi transnazionale tra Messico e Stati Uniti e del relativo bagno di sangue nel Paese sudamericano. Tra le aziende citate in giudizio figurano Smith & Wesson, Barrett, Beretta Usa, Colt, Glock e Interstate arms, un grossista dell’area di Boston. Secondo il governo messicano, il 70 per cento del traffico d’armi nel Paese proviene dagli Stati Uniti e, nel solo 2019, almeno 17 mila omicidi sono da ricondursi al traffico d’armi.

La Nssf, l’associazione di categoria che raggruppa i produttori di armi, ha respinto le accuse in modo netto, dichiarando che le accuse da parte del governo messicano sono prive di qualsiasi fondamento. “È il governo messicano”, ha dichiarato il vicepresidente Nssf Lawrence G. Keane, “a essere responsabile per il crimine dilagante e la corruzione all’interno dei propri stessi confini. L’attività criminale del Messico è un diretto risultato del traffico illecito di droga, del traffico di esseri umani e dei cartelli del crimine organizzato che flagellano il Paese. Sono questi cartelli che utilizzano in modo criminale le armi importate illegalmente in Messico o rubate dall’esercito e dalla polizia messicani. Invece di accusare aziende statunitensi integerrime, le autorità messicane dovrebbero concentrare i loro sforzi nell’assicurare i cartelli criminali alla giustizia. Il governo messicano, peraltro, il quale riceve un aiuto considerevole dai contribuenti americani, è l’unico responsabile dell’applicazione delle proprie leggi, incluse quelle relative al controllo delle armi, all’interno dei propri confini”.

Keane ha osservato anche che “tutte le armi vendute al dettaglio negli Stati Uniti sono vendute nel rispetto delle normative federali e statali, con il background check da parte dell’Fbi. Le accuse di un traffico transnazionale all’ingrosso sono platealmente e dimostrabilmente false”.

L’Nssf ha inoltre sottolineato che “il governo statunitense vende armi militari direttamente al governo messicano. I soldati continuano a disertare a favore dei cartelli della droga, portando le loro armi con sé. Negli ultimi anni, il fenomeno ha riguardato oltre 150 mila di queste armi. Secondo il dipartimento di Stato americano, le armi più letali utilizzate dai cartelli messicani, vengono proprio dagli arsenali militari. Inoltre, secondo un rapporto del 2006 da parte di Amnesty international, la Cina sta fornendo attivamente armi ai Paesi dell’America latina, parte delle quali risultano essere state sequestrate in Messico”.