Il lupo spopola in Piemonte

Preoccupazione tra allevatori e pastori piemontesi, per una minaccia che ogni giorno si fa più vorace: è il lupo, arrivato in punta di piedi dall’Abruzzo, dai Pirenei e dalla Slovenia e ambientatosi in modo eccellente nella regione. Tanto da aver mietuto, lo scorso anno, ben 344 pecore e decine di vitelli. La consistenza numerica si stima sia di un centinaio di capi, sufficiente a mettere in ginocchio l’economia fragile degli alpeggi. «Solo nel cuneese», ha dichiara… Preoccupazione tra allevatori e pastori piemontesi, per una minaccia che ogni giorno si fa più vorace: è il lupo, arrivato in punta di piedi dall’Abruzzo, dai Pirenei e dalla Slovenia e ambientatosi in modo eccellente nella regione. Tanto da aver mietuto, lo scorso anno, ben 344 pecore e decine di vitelli. La consistenza numerica si stima sia di un centinaio di capi, sufficiente a mettere in ginocchio l’economia fragile degli alpeggi. «Solo nel cuneese», ha dichiarato il presidente della Coldiretti provinciale, Marcello Gatto, «abbiamo 250 mila pecore e 300 mila vacche. La presenza del lupo impedisce l’alpeggio libero delle pecore e delle capre, che in passato venivano lasciate da sole sulla montagna. Chi vuol continuare, deve costruire serragli e altre difese, o pagare sorveglianti. Ma poi si accorge che non riesce a rientrare delle spese ed è costretto a smettere. Questo predatore ha diritto di vivere, ma lo stesso diritto spetta anche all’allevatore».