Il “forse” lupo di Vasto

A Vasto, cittadina balneare dell’Adriatico nei pressi di Chieti, continuano le aggressioni da parte di un presunto lupo, o meglio canide per non suscitare musi lunghi da parte di chi ha già levato gli scudi, e che ormai non possono più essere liquidate come casuali. Infatti arrivano a circa dieci. Con morsi, azzannamenti, tentativi di assalto eccetera. Il tutto ha costretto molte persone alle cure dei sanitari. Recentemente è comparso un video in cui si possono vedere abbastanza bene le fattezze dell’animale e, in effetti, sembra proprio un lupo. Anche se, come tutti sanno, solo la cattura e eventuali analisi del Dna potrebbero accertarne l’appartenenza a questa o quell’altra specie. Naturalmente arrivati subito i “grandi esperti”, alcuni dei quali più che altro noti per le notevoli avversità anticaccia e affiliazioni animaliste. Ma il problema è un altro: si sta infatti organizzando una vera e propria operazione di monitoraggio e di cattura con sistemi vari. Per poi procedere, una volta catturato, a… cosa? Abbiamo più volte manifestato l’idea, ampiamente fondata e collaudata da gente molto più esperta e preparata di noi, che la salvezza dei grandi o medi predatori passa attraverso la vera e fondata paura che debbono avere dell’uomo. La quale, per essere istillata naturalmente nella loro indole di predatori, passa attraverso la certezza che attaccare uomini o persone in genere fa rischiare la propria vita. I sistemi buonisti di convivenza e di fratellanza che professano le associazioni animaliste non portano a nulla se non al caos. Nel quale poi alcune persone esasperate, o soltanto auto-investitesi della sacralità della soluzione, attuano sistemi non consoni. E sappiamo quali. Per cui, assodato che l’animale è quello avvistato le altre volte, peraltro riconosciuto dal filmato come femmina, che continua imperterrito a manifestare le stesse tendenze aggressive, perché non si passa direttamente a un abbattimento visto che ce ne sono i giustificatissimi presupposti? Sappiamo benissimo come finirà una volta che l’animale fosse catturato: cominceranno i cori lamentosi sulla cattiveria di chi lo vorrà soppresso e sulla bontà di chi invece lo vorrà in vita. Poi emarginato, o accolto in qualche gabbia, o zoo, santuario e altre zone amene dai pietisti di turno. State tranquilli che certi personaggi non si faranno scappare anche questa ennesima occasione. E con i vari Tar si troverà certamente qualche sentenza favorevole. Oltretutto i tentativi di cattura, sedazione per l’eventuale manipolazione, veterinari, custodi, trasferimenti, pareri degli “esperti” che faranno a gara per trovare la propria motivazione a tale comportamento eccetera, si spenderanno tanti soldi per non risolvere nulla.