Gran Bretagna disarmista… ma criminali sempre più armati

La Gran Bretagna, Paese più “disarmista” tra quelli dell’Ue, si trova a fare i conti con una criminalità sempre più armata e determinata a usare le armi Nella sola Londra, infatti… L’allarme è stato lanciato alcune settimane fa, attraverso il quotidiano inglese Guardian, da un alto funzionario della polizia britannica: nel 2018 si è verificato un aumento sensibile della disponibilità di armi nel Paese, rispetto all’anno precedente. Armi, è inutile dirlo, di provenienza illegale, in gran parte riconducibili all’area balcanica. I modi attraverso i quali le armi giungono nel regno britannico sono i più disparati: in auto, attraverso il tunnel sotto la Manica; via mare, beffando i controlli nel porto di Dover; persino tramite il servizio postale. A questo aumento di disponibilità delle armi (giova ripeterlo per i duri d’orecchio: illegali e prive di qualsiasi controllo), ha fatto riscontro sempre nel 2018 un aumento dei reati a mano armata del 67 per cento, nella sola Londra, rispetto al 2015, mentre a livello nazionale l’aumento è stato dell’11 per cento. Si prevede che la tendenza subisca un ulteriore rafforzamento nel corso del 2019.
Uno dei sintomi della notevole, e soprattutto costante, disponibilità di armi per commettere reati è costituito dal fatto che anche quando i criminali vengono acciuffati, risultano in possesso di armi in condizioni di conservazione pari al nuovo: quando, specialmente in passato, la disponibilità di armi illegali era più problematica, i gruppi criminali erano abituati a “passarsi” e “affittarsi” le armi a vicenda, le quali spesso erano più vetuste e in peggiori condizioni di conservazione. È singolare, a tal proposito, notare che le armi più facilmente utilizzate per scopi criminali in Gran Bretagna sono pistole e revolver, proprio cioè quelle armi che sono completamente proibite al possesso legale da parte dei cittadini dagli anni Novanta del XX secolo. Altra tendenza emersa con chiarezza negli ultimi anni, che ovviamente preoccupa le forze dell’ordine britanniche, è che la criminalità non ha solo una maggior disponibilità di armi, ma anche una maggior propensione a farne uso.
A fronte dei soldi (non pochi) spesi al tempo di Tony Blair per il colossale “buyback” delle armi corte in possesso dei cittadini britannici (cioè la consegna dietro indennizzo), sembra a questo punto acclarato che le restrizioni operate a suo tempo sul possesso legale di armi non abbiano sortito alcun effetto relativamente al possesso e all’uso illegale di esse, da parte dei criminali. A parte l’ovvia conseguenza di aver privato gli onesti di qualsivoglia strumento di difesa. Bel risultato davvero, bravi!