Glock P80: ritorno alle (gloriose) origini

Glock celebra i quarant’anni della pistola progettata per concorrere all’adozione da parte dell’esercito austriaco nei primi anni Ottanta del secolo scorso. Scelta anche dall’esercito norvegese, subito dopo quello austriaco, la P80 fu immessa sul mercato civile come modello 17. Nel progettarne il fusto in polimeri, un’innovazione già sperimentata dalla Heckler & Koch con la Vp70 che condivideva anche il percussore lanciato, Glock sfruttò le proprie esperienze nell’impiego di tali materiali. Ma il team ingaggiato dal produttore austriaco non si limitò al fusto, rivoluzionando proprio il concetto di pistola semiautomatica. Al momento, la Casa austriaca offre una gamma molto articolata di modelli impiantati sulla stessa organizzazione meccanica. Caratteristiche di spicco delle Glock sono la leggerezza, l’affidabilità, la semplicità di utilizzo, la rapidità di impiego e la precisione. Quest’ultimo parametro parrebbe non essenziale per pistole destinate alla difesa personale e al servizio, ma è indice della qualità della realizzazione. L’affidabilità beneficia del numero ridotto di componenti, poco più di una trentina, tutti a incastro. L’elasticità dei polimeri trasmette reazioni allo sparo addolcite rispetto ai fusti metallici, ciò si traduce in una migliore controllabilità in rapporto al peso ridotto dell’arma. Inoltre, con i polimeri in sostituzione dei tradizionali materiali metallici, si abbattono i costi di produzione. I numerosi miglioramenti dell’archetipo hanno portato nel tempo alla Quinta generazione, la migliore di sempre. Di tali perfezionamenti la Special edition è ovviamente priva, dovendo rimanere fedele il più possibile all’originale. Fanno eccezione pochi particolari secondari, per ottimizzarne l’impiego ma anche per adeguarla alle normative vigenti. Pur rispettando la configurazione iniziale, la P80 Special edition regge il confronto con le migliori (e più giovani) concorrenti, il che lascia immaginare quanto la P80 apparisse innovativa al momento della nascita.

Le differenze tra questa “special edition” e la prima Glock si riassumono nel fatto che i caricatori sono del tipo Gen4, con scanalatura d’aggancio ambidestra, completamente compatibili con le Glock con pulsante di sgancio reversibile. Inoltre, una volta sganciato, il caricatore viene espulso. La piastrina al dust cover, inoltre, porta la matricola: gli appassionati meno giovani ricorderanno le prime Glock giunte in Italia, con la piastrina al dust cover liscia, senza stampigliatura. Il mirino in polimeri è fissato dalla ormai consueta vite passante, la cui base esagonale integrale si serra contro il cielo del carrello. Il mirino delle prime Glock era sempre polimerico ma alloggiava nell’apposito foro oblungo del carrello ed era fermato da due lembi elastici integrali, tenuti divaricati da un pistoncino. La finitura grigio scuro della slitta otturatore è simile a quella delle semiautomatiche di Quarta generazione ed è diversa dall’attuale nDlc della Gen5. Manca il foro che serviva da porta correggiolo. La matricola della Special edition segue la produzione corrente ed è a 7 caratteri alfanumerici, ovvero quattro lettere e tre numeri. Infine, la molla di recupero della P80 non era vincolata alle estremità come invece è quella piatta della Special edition. La dotazione di vendita della commemorativa include una scatola rigida di cartone nero con scritte bianche e arancioni, disegni al tratto e chiusura magnetica. All’interno alloggia l’originale scatola di plastica nera con coperchio a strappo, quella delle Glock di buona memoria, conformata in modo da potervi inserire la pistola solo dopo aver scattato a vuoto. Sono allegati il caricatore di riserva, il carichino e una bacchetta di pulizia in polimeri con scovolino sintetico. Sono anche inclusi il certificato di autenticità e un paio di manuali bilingue, ma non in italiano.

Come è fatta
La P80 Special edition ha fusto in polimeri, chiusura geometrica a corto rinculo di canna sistema Colt-Browning modificato, percussore lanciato e scatto Safe action in semi-Doppia azione. Il caricatore bifilare contiene 17 colpi. Sul retro del caricatore si trovano quattordici fori numerati per il controllo delle munizioni, un foro per ciascuna cartuccia dal quarto colpo in poi. Il carrello è privo di parti taglienti. Sul lato sinistro sono stampigliati il logo del produttore, il modello dell’arma P80 e il calibro, con scritte non invasive. La finestra d’espulsione è ampia e svasata. Il corto estrattore esterno è liscio, funge egualmente da avvisatore visivo e tattile di camera scarica sebbene protruda molto poco dal carrello quando c’è il colpo in canna. Le alette verticali di presa del carrello sono solo posteriori, abbastanza grippanti. Le lavorazioni interne ed esterne della slitta otturatore sono ottime. La canna misura 114 mm, la rigatura poligonale destrorsa è a 6 principi. L’anima è speculare. La camera di scoppio prismatica si inserisce nella finestra d’espulsione per attuare il vincolo della chiusura geometrica. Dall’appendice della canna è ricavata la rampa d’alimentazione, ben finita e altrettanto ben raccordata all’invito della camera di scoppio, nonché la pista inclinata che impegna l’apposito blocchetto metallico del fusto per lo svincolo e il ripristino della chiusura geometrica. L’estetica del fusto riflette l’essenzialità del progetto. L’impugnatura ha il front strap dritto, senza incavi per le dita, e il dust cover è privo delle guide per i sistemi ausiliari di mira. Mancano ovviamente la sede per i dorsalini, ma anche gli sgusci appoggiapollice. La texture del fusto, abbastanza grippante, avvolge per intero l’impugnatura e si ritrova sul frontale del ponticello. Quest’ultimo è ampio a sufficienza per il tiro con i guanti. Nel fusto alloggiano diversi elementi metallici: le corte guide a lamina di scorrimento del carrello, anteriori e posteriori; il blocchetto che interagisce con la canna per lo svincolo e il ripristino della chiusura geometrica; la leva di collegamento del grilletto; l’hold open; l’espulsore e altre minuterie. Il pacchetto di scatto è polimerico. Il pulsante rigato di sgancio del caricatore è sottile, la posizione incassata lo protegge dalle attivazioni accidentali. Favorisce l’estrazione forzosa del caricatore la svasatura semicircolare del fusto alla base del front strap. Il bocchettone svasato velocizza l’inserimento del caricatore. Le celeberrime tre sicure automatiche di Glock – al percussore, al grilletto e anticaduta al pacchetto di scatto – hanno permesso l’abolizione della sicura manuale. L’assenza di comandi manuali, di sicura e/o disarmo, semplifica il maneggio della pistola unitamente all’assenza del cane e alla tipologia dello scatto. Quest’ultimo, infatti, ha caratteristiche che rimangono invariate tra lo sparo del primo colpo e i successivi. Pertanto, con la P80 spariscono alcune complicazioni del maneggio dell’arma che possono indurre in errore in situazioni concitate. Complicazioni legate principalmente ad attivazione/disattivazione e controllo della sicura manuale, specie se quest’ultima funge anche da abbatticane. Anche la transizione tra lo sparo del primo colpo in Doppia azione e i successivi in Singola richiede addestramento specifico. Per rimontare la P80 Special edition è necessario che il percussore sia nella posizione avanzata di sparo.

Gli organi di mira e lo scatto
Le mire sono in polimeri. La tacca di mira fissa, innestata a coda di rondine, è la più bassa delle quattro disponibili, da 6,1 mm. L’altezza è indicata dagli appositi simboli presenti sul lato destro, ovvero un trattino sovrapposto a un altro più corto. Il traguardo lascia sufficiente luce ai lati del mirino per collimare nel tiro rapido. Il contorno bianco sveltisce l’acquisizione del traguardo in determinate condizioni di luce. Dotato di dot bianco, il mirino ha forma squadrata che ne migliora la precisione e la rapidità d’allineamento con la tacca di mira.

La semi-Doppia azione Glock, denominata Safe action, completa per gran parte l’armamento del percussore colpo per colpo. A ogni colpo le sicure automatiche si riattivano. Lo scatto è lungo, pulito e senza collasso di retrocorsa. Per lo sgancio ho rilevato un carico di 3.100 grammi circa.

La nostra prova
Per le prove pratiche ho sparato cartucce Fiocchi e Winchester con, rispettivamente, palla ogivale ramata di 124 grs e palla blindata troncoconica di 147 grs. Ho assemblato le ricariche con bossoli Fiocchi, inneschi Cci small pistol e polvere Sipe N. Le dosi: 6,2 grs con palle Fiocchi ogivali blindate di 123 grs (attenzione, dose massima da raggiungere per gradi); 5,4 grs dietro Fiocchi blindate troncoconiche di 123 grs e, infine, 4,2 grs con palle troncoconiche in lega Mvm sempre di 123 grs, trafilate a .356″. La Glock ha funzionato regolarmente, dai bossoli ho rilevato sfiancamenti anelastici e tracce d’affumicatura contenuti. Decise e centrate le impronte di percussione, caratteristiche per il segno lasciato dal foro rettangolare di egresso del percussore. Le velocità beneficiano della rigatura poligonale. Tutte le ricariche hanno erogato energie superiori alle munizioni commerciali: 599 joule e 387 m/sec quelle con la Fiocchi Fmj, 544 joule e 369 m/sec per la Fiocchi Fmjtc e 456 joule e 338 m/sec per la ricarica con la palla in lega Tc della Mvm. Le Winchester hanno fornito una energia di 447 joule e una velocità di 306 m/sec, 421 joule e 324 m/sec le Fiocchi. Le energie di rinculo sono state calcolate ad arma scarica, diminuiscono sommando al peso della pistola quello dei 17+1 colpi che la Glock può contenere. I valori: 9,5 joule per le ricariche Fmj; 8,4 joule per quelle con la palla Fmjtc; 8,1 joule per le Winchester, penalizzate dal peso del proiettile; 6,7 joule per le ricariche palla piombo sebbene più potenti delle Winchester e, infine, 6,5 joule per le Fiocchi.

Le prove di precisione sono state effettuate da 25 m in tiro lento mirato, sparando a due mani in posizione isoscele, senza appoggio. Non rodata e con lo scatto di serie, senza beneficiare per esempio del disconnettore alleggerito, la P80 Special edition conferma la proverbiale precisione delle polimeriche austriache. Anzi, ha sparato benissimo anche con le ricariche palla piombo nonostante la nota incompatibilità tra queste ultime e la rigatura poligonale. L’attenzione all’assemblaggio fisico delle munizioni e la scelta oculata dei componenti sono più che mai fondamentali. In primo luogo, il proiettile in lega deve essere ottenuto con materiali scelti, la fattura deve essere curata e importantissimo è anche il corretto diametro di trafilatura. Nel tiro rapido, l’assuefazione allo scatto in semi-Doppia azione permette di ottenere risultati gratificanti. Nel maneggio, normale lo sforzo per azionare il pulsante di sgancio del caricatore. Idem per l’hold open, meno sporgente (e comodo) di quello ambidestro della Quinta generazione. L’altezza dell’impugnatura accomoda bene anche le mani grandi. Il trigger reach, di poco superiore ai 70 mm, non pone difficoltà d’adattamento ai tiratori con le mani piccole.

Conclusioni
La P80 Special edition è elettivamente destinata ad appassionati e collezionisti ma ritengo doverosa una considerazione. A quarant’anni dalla nascita, l’apripista Glock è valida più che mai ancorché spartana. Efficiente al punto da competere con la concorrenza più agguerrita, formata da pistole che da essa traggono quanto meno ispirazione. Unica ovvia eccezione la dotazione di elementi che ne aggiornano il progetto come, tra l’altro, la predisposizione per la torcia tattica, il red dot e i dorsalini.

La prova completa su Armi e Tiro di agosto 2022

Scheda tecnica
Produttore: Glock Gmbh, glock.com
Importatore: Bignami spa, via Lahn 1, 39040 Ora (Bz), tel. 0471.80.30.00, bignami.it
Modello: P80 Special edition
Tipo: pistola semiautomatica
Calibro: 9×19
Impiego specifico: difesa personale/abitativa
Meccanica: chiusura geometrica a corto rinculo di canna sistema Colt-Browning modificato
Scatto: semi-Doppia azione Safe action – trigger reach 72 mm
Alimentazione: mediante caricatore bifilare ad andamento alternato con presentazione singola della cartuccia
Numero colpi: 17+1
Percussione: percussore lanciato; l’armamento del percussore viene completato dalla trazione del grilletto colpo per colpo
Sicura: automatica al percussore – automatica al grilletto – automatica anticaduta al sistema di scatto – l’estrattore funge da avvisatore visivo e tattile di camera carica
Canna: 114 mm – rigatura poligonale a 6 principi destrorsi
Mire: tacca di mira in polimeri innestata a coda di rondine, alta 6,1 mm, con contorno bianco del traguardo – mirino in polimeri da 4,1 mm, con dot bianco, fissato tramite una vite verticale passante con base esagonale integrale che si serra contro il cielo del carrello
Lunghezza totale: 204 mm
Lunghezza carrello: 186 mm
Altezza: 139 mm
Spessore: 32 mm
Spessore carrello: 25,5 mm
Linea di mira: 165 mm
Peso: 705 gr con caricatore vuoto
Materiali: acciaio al carbonio per canna e carrello – fusto in polimeri – caricatore in polimeri con anima in metallo
Finitura: grigia antiriflesso
Prezzo: 1.091,59 euro, Iva inclusa