Faccine per la morte di un cacciatore, bufera sulla senatrice

Bufera della senatrice (e animalista) leghista Rosellina Sbrana, che ha commentato in modo perlomeno gretto la morte di un cacciatore

La senatrice leghista Rosellina Sbrana si trova al centro di una polemica per aver commentato sui social con una serie di faccine sorridenti la notizia della morte di un cacciatore, colpito da un altro cacciatore che voleva invece cacciare una volpe. Alla richiesta di spiegazioni, la senatrice avrebbe commentato “L’articolo in sé mi fa sorridere. Alcuni cacciatori vedono qualcosa che si muove e sparano. Non è la prima tragedia che succede. Ci vuole prudenza. Sembra di capire che spesso chi va a caccia si esalta e spara senza un vero controllo. I due amici in questo caso sparavano alle volpi. Perché uccidere una volpe? Se è uno sport la caccia, allora perché non vanno solo al poligono? Lì possono divertirsi tranquillamente…”.

Sulla questione è intervenuta Federcaccia, che in una nota ha commentato: “A pochi giorni dagli inqualificabili commenti di un medico vegano su un incidente di caccia, questa volta è una senatrice della Lega a dileggiare le vittime di una nuova tragedia. Si tratta di Rosellina Sbrana, di Cascina, veterinario, attivista per i diritti degli animali e contro la caccia, che condividendo su Facebook il post della notizia dell’incidente mortale accaduto a Mantova lo commenta con cinque faccine che sghignazzano. La libertà di pensiero e di opinione è sacrosanta, ma non deve mai venire meno il rispetto per quella altrui, per i valori che stanno alla base della società e lo spirito di umanità che evidentemente per alcuni vale solo nei riguardi degli animali”.

Sulla vicenda è intervenuto anche Marco Salvadori, presidente regionale Federcaccia Toscana: “Gentile senatrice, le voglio ricordare che Lei è stata eletta in una terra ricca di tradizioni venatorie e credo che fra i suoi elettori ci siano anche tanti cacciatori. L’ho vista più volte presente sul palco delle premiazioni alla Fiera delle civette di Crespina, rispetto il suo ruolo pubblico, sappia però che quella bellissima festa centenaria è ancora viva grazie al contributo fattivo di tanti cacciatori: Crespina ci ricorda la storia rurale contadina e venatoria dei nostri territori. Le chiedo la coerenza, nel rispetto delle sue idee, di evitare di presenziare a manifestazioni di carattere venatorio; sarebbe auspicabile, visto anche che lei è, se non ricordo, male la segretaria del gruppo interparlamentare animalista che fa capo all’ onorevole Brambilla. Un suggerimento: come personaggio che ricopre un importante ruolo pubblico, eviti di porre delle faccine ridenti a simili tragedie, io proverei vergogna!”.

Prende le distanze dalla collega di partito anche Susanna Ceccardi, ex sindaco di Cascina e ora europarlamentare: “Ho letto in giro post che ironizzano sulla morte di questo pover’uomo”, scrive riportando la notizia sulla propria pagina Facebook, “Scherzare sulla morte di qualcuno non è da ambientalisti, è solo squallido. Solidarietà alla famiglia”.

Per quanto ci riguarda, non si può fare a meno di notare come l’avvento dei social network abbia indubbiamente schiacciato verso il basso il livello del dibattito politico e culturale. Se, tuttavia, ciò può anche risultare comprensibile (non giustificabile, si badi) da parte di un qualsiasi sempliciotto o leone da tastiera, appare quantomeno grave che una determinata metodologia di comunicazione appartenga a una persona che, oltre ad avere indubbiamente un elevato livello di istruzione, rappresenta anche le istituzioni dell’Italia democratica, al più alto livello. Il che, è bene precisarlo, nulla ha a che vedere con le legittime opinioni personali sulla caccia o su qualsivoglia altra materia di discussione. Materia che, tuttavia, non può prescindere dal rispetto per le persone umane (tutte quante, non solo quelle che ci stanno simpatiche…) e vorremmo anche dire che non può prescindere, per un rappresentante delle istituzioni democratiche, anche da un ben preciso modo di rapportarsi nell’esprimere le proprie opinioni.

Quindi, al di là di come la si pensi sulla caccia, il rispetto per una tragedia umana che ha distrutto due diverse famiglie non può essere liquidato con una serie di “faccine sorridenti”, men che meno da parte di una senatrice. La quale evidentemente si intenderà di animali e della loro tutela, non altrettanto di quello che dovrebbe essere il linguaggio proprio del suo ruolo istituzionale, e le modalità di diffonderlo.