Eurogendfor, la gendarmeria che tutto può

Nel 2007, con il trattato di Velsen, è stato compiuto il primo passo verso la formazione della cosiddetta forza di gendarmeria europea (Eurogendfor). Tra i compiti istituzionali che avrà, “condurre missioni di sicurezza e ordine pubblico

Nel 2007, con il trattato di Velsen, è stato compiuto il primo passo verso la formazione della cosiddetta forza di gendarmeria europea (Eurogendfor). Tra i compiti istituzionali che avrà, “condurre missioni di sicurezza e ordine pubblico; monitorare, svolgere consulenza, guidare e supervisionare le forze di polizia locali nello svolgimento delle loro ordinarie mansioni, ivi comprese l’attività di indagine penale; assolvere a compiti di sorveglianza pubblica, gestione del traffico, controllo delle frontiere e attività generale d’intelligence; svolgere attività investigativa in campo penale, individuare i reati, rintracciare i colpevoli e tradurli davanti alle autorità giudiziarie competenti; proteggere le persone e i beni e mantenere l’ordine in caso di disordini pubblici”. L’Eurogendfor agirà a disposizione dell’unione europea, dell’Onu, dell’Osce (Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Euroa), della Nato e di altre organizzazioni internazionali.

 

Un potere assoluto
Quello che desta più preoccupazione, oltre all’ampiezza dei poteri di cui godrà l’Eurogendfor, è anche la virtuale intangibilità dei suoi appartenenti: sono inviolabili, infatti, locali, beni e archivi, le comunicazioni non possono essere intercettate, non devono indennizzare danni arrecati a proprietà o persone, non possono essere messi sotto inchiesta dalla giustizia dei Paesi ospitanti. Una super polizia onnipotente e onnisciente, insomma, approvata da camera e senato italiani, che comporterà la scomparsa del corpo dei carabinieri e il declassamento della polizia di Stato al rango di forza di polizia locale. Con il placet entusiasta del ministro della difesa del governo Monti, Giampaolo di Paola, che sulle pagine del Corriere della sera ha così commentato: “Accertato che l'euro è un processo irreversibile, credo sia necessario rafforzarlo con un salto di qualità e rivalutare quella visione politica di chi ha voluto e perseguito l'ideale europeo. E di quella visione politica è a mio avviso componente indispensabile la dimensione di difesa e sicurezza. L'Europa”, dice il ministro, “è come 'un condominio di 27 piani con una scala in comune, quella monetaria, che ha bisogno di un tetto che protegga la costruzione e la difenda dalle avversità. Il tetto è rappresentato da una Unione della difesa come parte del processo, una componente importante dell'Unione politica. E il governo si sta muovendo in questa direzione''. A questo punto forse giunge a proposito la frase pronunciata da Padmé Amidala nella saga di fantascienza Star wars: “è così che muore la libertà, sotto scroscianti applausi”.