Delitto di Guidonia: il senso della misura

Angelo Spagnoli, ex militare congedato per problemi psicologici, a Guidonia (Rm) ha scatenato l’inferno, uccidendo un uomo e ferendo otto persone, per essere poi arrestato dalle forze dell’ordine. Tra le armi sequestrate dopo l’atto di insana follia, una carabina a leva e un revolver in .357 magnum, due fucili calibro 12, una pistola Beretta calibro .22, materiali infiammabili, un lanciafiamme rudimentale e cariche esplosive improvvisate. Dopo il dolore e l’allarm… Angelo Spagnoli, ex militare congedato per problemi psicologici, a Guidonia (Rm) ha scatenato l’inferno, uccidendo un uomo e ferendo otto persone, per essere poi arrestato dalle forze dell’ordine. Tra le armi sequestrate dopo l’atto di insana follia, una carabina a leva e un revolver in .357 magnum, due fucili calibro 12, una pistola Beretta calibro .22, materiali infiammabili, un lanciafiamme rudimentale e cariche esplosive improvvisate. Dopo il dolore e l’allarme, inevitabile lo scatenarsi del coro di soggetti (anche istituzionali) che si rincorrono nell’affermare che ci sarebbero “troppe armi in Italia”. Ancora una volta, forse più che sul quantitativo di armi in mano ai civili, occorrerebbe soffermarsi sulla mancanza di coordinamento tra un congedo militare per problemi psichici e un rilascio senza problemi di certificazione medica per il Porto d’armi. Più di tutto, però, bisognerebbe prendere confidenza con il fatto che, purtroppo, malgrado le cautele che si possono adottare il raptus di follia è sempre possibile e difficilmente identificabile in anticipo, come conferma lo psicologo e psichiatra Gustavo Pietropolli Charmet, intervistato sulle pagine de “Il giornale”: «Situazioni del genere sono rare, ma non eccezionali. La psichiatrica studia proprio il raptus e il passaggio repentino da uno status di apparente normalità alla follia. Solitamente non è possibile prevedere il raptus, in molti casi le persone non sono mai ricorse a trattamenti psichiatrici e non hanno mai dimostrato sintomi evidenti. Purtroppo gli ultimi a prendere coscienza di queste situazioni sono genitori e parenti».