Convergenza politica sullo storno

Sembra sempre più certa una convergenza politica di maggioranza e opposizione sulla reintroduzione dello storno tra le specie cacciabili. Lo ha chiesto, infatti, la commissione agricoltura della camera, votando all’unanimità una risoluzione presentata dal deputato Carlo Nola (Pdl) con una correzione richiesta dal Pd e sottoscritta da tutti i componenti. «Il nostro Paese», ha commentato la deputata del Pd Susanna Cenni, «Sta vivendo, ormai da alcuni anni, una situazio… Sembra sempre più certa una convergenza politica di maggioranza e opposizione sulla reintroduzione dello storno tra le specie cacciabili. Lo ha chiesto, infatti, la commissione agricoltura della camera, votando all’unanimità una risoluzione presentata dal deputato Carlo Nola (Pdl) con una correzione richiesta dal Pd e sottoscritta da tutti i componenti. «Il nostro Paese», ha commentato la deputata del Pd Susanna Cenni, «Sta vivendo, ormai da alcuni anni, una situazione che costringe Regioni e province a fare i conti con gli ingenti danni arrecati alle colture da questa specie dannosa ricorrendo costantemente ad atti di deroga. Il Ministro dell’agricoltura Paolo De Castro si era mosso, già nella scorsa legislatura, per avviare le procedure in sede comunitaria. La mozione votata oggi in commissione impegna questo governo e l’ attuale ministro Luca Zaia a procedere». La Lipu non si associa al consenso sulla caccia allo storno, anzi ha criticato aspramente: “decisione grave, superficiale e senza contraddittorio”, si legge nel comunicato, “In Italia la caccia allo storno è vietata dall’Europa e dunque richiederebbe la modifica alla Direttiva comunitaria. Ma ciò che lascia molto perplessi sono i toni trionfalistici utilizzati indistintamente da destra e da sinistra”. Positivo, invece, il commento di Osvaldo Veneziano, presidente nazionale Arcicaccia: “apprezzo il lavoro del parlamento per il reinserimento dello storno nell’elenco delle specie cacciabili, mi auguro che questa posizione, che accomuna trasversalmente tutte le forze politiche, possa essere applicata fin dalla prossima stagione della caccia. Grazie a questo rinnovato clima di collaborazione istituzionale, auspico che possano essere raccolte le sollecitazioni che provengono da più parti per evitare la soppressione dell’Infs, che istituto autonomo e supportato da finanziamenti adeguati, rappresenta uno strumento indispensabile per individuare i criteri scientifici fondamentali per la corretta gestione della fauna”. Apprezzamento anche da parte della Fidc: “Finalmente la politica comincia a dare risposte alle richieste non solo dei cittadini-cacciatori, ma anche degli agricoltori”, è stato il commento del presidente Franco Timo.