Contraccezione per i cinghiali: M5S ci riprova

Tra le tante follie animaliste, nel precedente governo, fu fatta passare una legge di bilancio che prevedeva uno stanziamento di 500.000 euro per la sperimentazione di farmaci atti a rendere i cinghiali sterili, onde evitare la necessità di effettuare abbattimenti degli stessi.

Sembrerà strano ma proprio gli abbattimenti dei cinghiali vengono da sempre contestati perché secondo la narrazione animalista gli abbattimenti farebbero aumentare la specie anziché farla diminuire.

È sempre straordinario come, a seconda delle convenienze contingenti, nella narrazione animalista i cacciatori sono di volta in volta colpevoli dell’estinzione passata, presente e futura di migliaia di specie, minacciatori della biodiversità proprio perché effettuano azioni cruente nei confronti della fauna ma al contrario, guarda tu, per i cinghiali il problema si inverte. Più ne abbatti e più ce ne sono. Meraviglie della Natura.

Quindi, sponsorizzare la contraccezione farmacologica è molto in voga ultimamente e anche l’Ispra, per fare chiarezza, se ne è ampiamente interessato per mezzo dei suoi ricercatori. Tale pratica, sperimentata specialmente sulla proliferazione incontrollata dello scoiattolo grigio, prevede la cattura e la somministrazione di un farmaco che inibisce la fecondità per circa tre stagioni (quindi un periodo abbastanza limitato). Ne consegue che i costi sono altissimi, perché gli esemplari devono essere catturati, studiati, sottoposti a farmaco e poi rilasciati. Secondo gli animalisti, tuttavia, questa soluzione per il cinghiale potrebbe essere evitata, perché i cinghiali sarebbero in grado di auto-sterilizzarsi semplicemente mangiando opportuni mangimi farmacologicamente trattati. Ma come si potrebbe controllare tale pratica e, soprattutto, che il dosaggio sia quello corretto? Dove andrebbero a finire i residui di tali farmaci? Nelle acque in caso di pioggia, mangiati anche da altre specie, inquinerebbero terreno e falde? E la carne, nel caso di abbattimento?

È notizia di questi giorni, che i cinque stelle ci provano di nuovo: i senatori Gisella Naturale, Sabrina Licheri e Luigi Nave hanno presentato un emendamento per un ulteriore stanziamento per la sterilizzazione farmacologica, stavolta di un milione di euro. Soldi, secondo loro, da finanziare con una ulteriore accisa sul gasolio del 10% (che già il carburante è regalato…). Auspichiamo che, essendo M5S all’opposizione, la proposta cada nel vuoto, ma è comunque opportuno sempre sapere con chi si ha a che fare…