Caso Padova: il Tar sospende, la politica chiede spiegazioni

Chi riteneva che i collezionisti padovani avrebbero chinato mestamente la testa, di fronte all’imposizione del questore piovuta come fulmine a ciel sereno di limitare a 100 esemplari la consistenza delle proprie collezioni (autorizzate, s’intende) di armi disfandosi prontamente (90 giorni) dell’eccedenza, forse aveva fatto i conti senza l’oste.

Sta di fatto che i primi ricorsi al Tar, avanzati già lo scorso dicembre, hanno cominciato a produrre i loro risultati: nella seconda udienza dedicata alla questione, il tribunale amministrativo del Veneto ha intanto disposto la sospensione cautelare dell’efficacia del provvedimento della questura, con il quale si intende imporre ai collezionisti di disfarsi dell’eccedenza di armi rispetto al limite fissato autoritativamente dalla medesima questura, in 100 esemplari. Come ben sa chi ha letto il nostro approfondimento sul fascicolo di maggio di Armi e Tiro, doversi disfare di decine, se non centinaia di armi nel volgere di 90 giorni, in una congiuntura economica del Paese praticamente in ginocchio causa Covid e con forti limitazioni agli spostamenti, significherebbe in pratica doverle consegnare alla distruzione, giacché anche regalandole sarebbe difficile trovare loro una collocazione presso altri privati o armerie.

L’articolo pubblicato su Armi e Tiro ha suscitato anche l’interesse della politica: i senatori di Fratelli d’Italia Giovanbattista Fazzolari, Adolfo Urso e Luca De Carlo hanno infatti presentato, lo scorso 12 maggio, una interrogazione parlamentare al ministro dell’Interno, nella quale vengono ripresi ampi stralci delle nostre considerazioni e con la quale chiedono conto al ministro Lamorgese del comportamento del questore di Padova, il quale “senza alcuna motivazione legata al pubblico interesse (come invece richiederebbe il testo unico nell’accordare discrezionalità all’autorità di pubblica sicurezza), prefigura la possibilità che ogni autorità di pubblica sicurezza possa stabilire limiti ancor più stringenti alla detenzione di armi da collezione, finanche, per assurdo, a rendere vano il termine stesso di collezione”.

L’interrogazione quindi, senza mezzi termini, chiede al ministro Lamorgese di sapere “se reputi che i questori abbiano il potere di interpretare a proprio piacere le leggi dello Stato italiano e, in particolare, quelle relative al legale possesso di armi da sparo”, nonché “quali iniziative intenda adottare per far sì che a Padova venga rimosso il limite alla detenzione di armi da collezione, non contemplato dalla normativa vigente”.

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