Caso Baldwin: emergono nuovi retroscena

L’incidente che ha visto la morte della direttrice della fotografica Halyna Hutchins e il ferimento del regista Joel Souza durante le riprese del film “Rust”, è il risultato di una incredibile sommatoria di negligenze imperdonabili nella gestione delle armi. È quanto sta emergendo, ora dopo ora, dal precisarsi dei contorni della vicenda, che ha visto suo malgrado protagonista il celebre attore Alec Baldwin (produttore, anche, del film), il quale in una scena del girato ha estratto un’arma di scena e fatto fuoco, convinto che fosse caricata a salve, mentre invece conteneva proiettili veri. Uno di questi ha trapassato la Hutchins e ferito alla spalla il registra, che era dietro di lei.

Come già avevamo anticipato, in particolare per quanto riguarda le armi a ripetizione manuale che si utilizzano nei film western (revolver e carabine a leva, principalmente), sui set di Hollywood si utilizzano armi vere, non modificate (diversamente da quanto accade per esempio nelle produzioni italiane, dove TUTTE le armi sono modificate ad hoc per non poter sparare proiettili). L’arma utilizzata da Baldwin, nello specifico, sembra essere stata utilizzata da alcuni membri della troupe per fare del Tiro a segno in una pausa delle riprese, utilizzando munizioni vere. L’arma non è stata, successivamente, scaricata del tutto dalle munizioni vere ed è stata depositata in un carrello appena fuori dal set, insieme ad altre due armi di scena. È stata, quindi, recuperata da un assistente di scena, senza che né quest’ultimo, né tantomeno il maestro d’armi (la ventiquattrenne Hannah Gutierrez Reed, figlia d’arte del noto maestro d’armi Thell Reed) ne avessero verificato lo stato.

I precedenti di pochi giorni prima
Ad aggravare ulteriormente la situazione, è emerso che già alcuni giorni prima si era verificato un caso analogo, cioè di un’arma di scena che sarebbe dovuta essere caricata a salve e invece è risultata caricata con munizioni vere, in tal caso per fortuna non vi furono feriti. L’accaduto avrebbe, tuttavia, dovuto condurre a una revisione profonda delle procedure di approntamento e impiego delle armi di scena, che a quanto pare non si è verificata. Le critiche si concentrano in particolare sulla Reed, il maestro d’armi, che era al suo secondo incarico e in un podcast diffuso qualche settimana prima aveva candidamente dichiarato di non sentirsi preparata al ruolo. Sono, tuttavia, emersi elementi negativi anche sulle condizioni di lavoro in generale della troupe del film: un gruppo di operatori e tecnici aveva lasciato il set poche ore prima della tragedia, lamentando giornate di lavoro troppo lunghe e salari troppo bassi, ma anche proprio la scarsa sicurezza sul set.

Per il momento non sono state formulate accuse specifiche, è probabile tuttavia che Baldwin, anche qualora non dovesse essere accusato di omicidio colposo, possa trovarsi coinvolto in un risarcimento milionario sul piano civile, in quanto produttore del film.