Tragedia sul set: Alec Baldwin spara a regista e direttrice della fotografia, come può accadere?

Una insensata tragedia è quanto sembra essere andato in scena sul set cinematografico del film western “Rust”, in lavorazione nel New Mexico: il protagonista principale, l’attore Alec Baldwin (qui raffigurato in abito di scena), ha fatto fuoco con un’arma “di scena” che sarebbe dovuta essere caricata a salve, ma invece evidentemente non lo era, uccidendo la direttrice della fotografia, la 42enne Halyna Hutchins e ferendo gravemente il regista, il 48enne Joel Souza. L’attore è in stato di shock, la polizia della contea di Santa Fe sta conducendo le indagini anche se, per il momento, non sono state formalizzate accuse nei confronti di alcuno. La produzione ha annunciato la sospensione delle riprese a tempo indeterminato.

Come può accadere?
Al di là, ovviamente, del dramma umano e della ricostruzione di polizia della vicenda, che lasciamo volentieri alle persone preposte, vorremmo cercare di soddisfare la curiosità degli appassionati, cercando di spiegare come possa essere possibile un incidente siffatto, dal punto di vista tecnico.

Ciò implica di dare uno sguardo al mondo delle armi utilizzate dal cinema che, ovviamente, per le scene “force on force” (cioè nelle quali l’attore “A” spara addosso all’attore “B”), sono (dovrebbero essere) caricate a salve. In molti casi, parlando specialmente delle armi semiautomatiche e a raffica, le armi stesse sono modificate proprio allo scopo di consentire il riarmo con cartucce a salve, ne consegue che l’anima della canna presenta, internamente, un forte restringimento (fino a un diametro di 3-5 mm) in modo tale da consentire il corretto intasamento dei gas sviluppati dalla cartuccia a salve, e conseguentemente garantire il riarmo dei cinematismi dell’arma. È un po’ la stessa cosa che si fa con le armi militari durante le esercitazioni, solo che in tal caso si applica un rafforzatore di rinculo esterno (ben visibile), mentre con le armi del cinema ovviamente la modifica è interna alla canna, al fine di garantire il massimo realismo.

Il punto è che, spesso, le armi da fuoco NON semiautomatiche o a raffica utilizzate nel cinema, come per esempio i revolver e le carabine a leva, vengono impiegate tali e quali, quindi senza subire alcun tipo di modifica. Inoltre, può talvolta capitare che in determinate, specifiche scene di un film, tali armi vengano impiegate utilizzando munizioni vere a pallottola, anziché a salve. In teoria, è il maestro d’armi a provvedere al caricamento delle armi con munizioni “vere” oppure a salve a seconda di ciò che è richiesto dalla produzione, dalla sceneggiatura e dalla regia, in questo caso evidentemente si è verificato un drammatico e fatale errore di comunicazione.

Tra i tragici precedenti in questo senso, ricordiamo senz’altro quanto avvenne all’attore Brandon Lee durante la lavorazione del film culto “Il Corvo”.