Canada: il ministro spinge per la legge sulle armi, i senatori frenano

Il ministro canadese per la pubblica sicurezza, Marco Mendicino, ha inviato una lettera ai capigruppo del Senato, sottolineando l’urgenza che il Senato (dopo il sì della Camera) approvi il famigerato progetto di legge C-21, che si propone di introdurre restrizioni sul possesso di armi. L’idea è quella di avere l’approvazione prima che sopraggiunga la sospensione dei lavori per le ferie estive, tra meno di un mese, considerando che per i liberal il progetto di legge è “prioritario”. Per questo, Mendicino in una intervista ha invitato il leader conservatore Pierre Poilievre a “dire ai suoi senatori di mettersi al lavoro”, perché si tratterebbe di un problema di sicurezza pubblica.

Il leader dei conservatori in Senato, Don Plett, ha replicato pubblicamente al ministro Mendicino di avere “un bel coraggio” a chiedere ai senatori di sbrigarsi, quando i deputati hanno avuto a disposizione mesi per studiare il provvedimento prima del voto definitivo (che è stato di 207 favorevoli contro 113 contrari).

“Siamo d’accordo che un solo canadese ucciso dalla violenza armata è troppo”, ha commentato Plett, facendo riferimento alla lettera di Mendicino, “ma questa non può essere l’unica motivazione in base alla quale il governo intende inasprire la normativa in materia di armi. Devono esserci svariate ragioni per le quali vogliamo inasprire la normativa canadese”. Plett, peraltro, ha dichiarato che voterà contro il provvedimento così come è espresso e che cercherà di fare ostruzionismo, perché ritiene che punisca gli utilizzatori legali, come i tiratori sportivi. “Sembra che ci si attenda che i senatori non debbano dare una seconda, approfondita lettura e che non possano avere il diritto di veto”, ha dichiarato Plett, “in pratica è come se il ministro volesse dirci che ha letto il provvedimento, che secondo lui è buono, quindi noi dobbiamo solo mettere il timbro e darci una mossa. Be’, non è così che funziona il Senato”.