California: il governatore firma la legge per la responsabilità dei venditori di armi illegali

La California e il suo governatore, Gavin Newsom, hanno lanciato una esplicita sfida alla Corte suprema e al suo attuale orientamento conservatore, approvando definitivamente una norma di legge contro la vendita di armi illegali che sta facendo discutere e che porrà non pochi dilemmi dal punto di vista giuridico e morale. Lo Stato della California, come peraltro aveva preannunciato alcuni mesi or sono, ha infatti introdotto nel proprio ordinamento una legge modellata su quella contro l’aborto del Texas, che consentirà a ogni cittadino di intentare una causa civile contro i venditori di armi vietate (si parla delle “armi d’assalto” o anche delle ghost gun), con la possibilità di ottenere un risarcimento pari ad almeno 10 mila dollari.

La sfida per la Corte suprema consiste nel fatto che, nel momento in cui dovesse essere considerata incostituzionale la legge californiana, allo stesso modo dovrà esserlo quella sull’aborto texana, ponendo quindi ai supremi giudici un vero e proprio dilemma su quale dei due capisaldi della visione conservatrice sacrificare: il secondo emendamento per quanto riguarda le armi, o il contrasto all’aborto.

Questo tipo di approccio ha, peraltro, sollevato perplessità anche tra i democratici che sostengono il governatore californiano, tra i quali il senatore dello Stato Tom Umberg, il quale ha commentato: “spero e auspico che questo disegno di legge, alla fine, non proceda perché la legge del Texas è considerata incostituzionale, sbagliata e folle”.

Il timore è che, per perseguire fini politici, si apra la strada a una serie di provvedimenti che potrebbero scatenare una vera “caccia ai soldi” da parte della cittadinanza, a discapito di temi politici sensibili: oggi per l’aborto (in Texas) e per le armi illegali (in California), domani chissà.

Il governatore della California ha anche approvato la legge sulla responsabilità civile per i produttori di armi, che consentirà a un cittadino che sia stato danneggiato da un’arma da fuoco (legale) di intentare una causa contro il produttore o il venditore, nel momento in cui questi ultimi non possano dimostrare di aver adottato misure “ragionevoli” per scongiurare un utilizzo illegale o improprio. Una norma che la Nra aveva già sottolineato essere di una tale genericità da consentire, in sostanza, l’apertura di una serie infinita di contenziosi legali nei confronti dell’industria armiera americana.