Cacciatore? Niente telefonino!

Lo dice il calendario venatorio dell’Emilia-Romagna. Ma Federcaccia di Ravenna e cacciatori sono già sul piede di guerra per l’ennesimo accanimento contro la categoria

“È vietato l’impiego di strumenti di comunicazione radio o telefonica nell’esercizio dell’azione di caccia, salvo quanto previsto dal comma 3 dell’art 22 del R.R. n. 1/2008 e nei casi in cui risulti di primaria importanza tutelare la salute personale”, queste tre righe in fondo ai 13 articoli del calendario venatorio 2016-2017 (in allegato) dell'Emilia-Romagna non fanno onore a una delle regioni più avanzate d’Italia dal punto di vista dell’organizzazione della caccia. In pratica si prescrive a tutti i cacciatori, e non soltanto ai cacciatori di cinghiale in battuta o braccata come nel regolamento del 2008, di non usare il cellulare, come agli esami di Stato o quando si entra in ospedale. Il divieto non può che essere interpretato come l’ennesimo accanimento contro i cacciatori e si sarebbe reso necessario per scongiurare che questi si avvisino tra di loro in caso di presenza delle guardie venatorie oppure dialoghino sulla conduzione di una battuta di caccia, scambiandosi informazioni sulla presenza o meno di animali.

Il cellulare si può usare per i collegamenti organizzativi fra i conduttori dei cani e i capiposta o per garantire l'incolumità delle persone nelle battute al cinghiale (come dice il regolamento del 2008) e nei casi in cui risulti “di primaria importanza tutelare la salute personale”.

L’avvocato Fabio Fanelli, per conto della Federcaccia ravennate, avrebbe stilato un ricorso al Tar per dimostrare che si tratta di un divieto quanto meno fantasioso, senza basi giuridiche perché configura “un nuovo illecito amministrativo che non può essere previsto e sanzionato altro che da una norma di legge” e non da un regolamento regionale. «Non vanno poi trascurati i problemi tecnici che la disposizione presenta. Il messaggio sms è comunicazione telefonica? E le varie applicazioni degli smartphone, su tutte WhatsApp, come vanno considerate?», si domanda l’avvocato. E cosa succederà d’ora in avanti? Conoscendo l’atteggiamento tipico delle guardie venatorie, queste adesso si faranno consegnare il telefono del cacciatore contestando sempre l’illecito? Roba da matti…