Assoarmieri replica all’Opal

Assoarmieri ha diffuso un comunicato nel quale replica alle affermazioni dell’Opal di Brescia in merito alle armi B7 e alla presunta “maggior sicurezza” per i cittadini derivante dal fatto che tali armi non siano più utilizzabili a caccia. Leggi le dichiarazioni

Il presidente di Assoarmieri, Antonio Bana, ha diffuso un comunicato scritto da Fulvio Cenci (assistenza associati Assoarmieri) nel quale si replica alle affermazioni dell’Opal di Brescia in merito alle armi B7 e alla presunta “maggior sicurezza” per i cittadini derivante dal fatto che tali armi non siano più utilizzabili a caccia. “Con un esempio stupido”, si legge tra le altre cose nel comunicato (che potete leggere integralmente cliccando sull’allegato), “guardando le statistiche, i martelli in genere hanno un tasso di utilizzo violento molto maggiore rispetto alle armi da fuoco ma non per questo i carpentieri sono etichettati come potenziali criminali violenti come avviene generalmente per gli appassionati d’armi”. Ancora: “Statisticamente i reati contro la persona compiuti con armi da fuoco legalmente detenute sono una percentuale risibile e andando ad analizzare i singoli casi possiamo definire senza tanti dubbi che si tratti di casi in cui la componente sociale del delitto avrebbe portato al compiersi dello stesso anche in assenza di un’arma da fuoco”. Ma soprattutto: “Credete che le armi siano un problema sociale, se lo fossero realmente, un milione di persone con porto d’armi nello Stato italiano lo avrebbero già abbondantemente dimostrato, sovvertendo qualunque equilibrio”. “Come ci insegna la storia recente, il primo passo per assoggettare un popolo a una dittatura (palese o nascosta) è dividerlo su questioni etiche, il secondo passo è disarmarlo assumendo che sia stato lo Stato a dover garantire la sicurezza e il terzo è il controllo indotto per plagio o violenza facendo agire le masse delle fazioni avverse le une contro le altre”. La conclusione è lucida: “la realtà dell’Italia armata o meglio del popolo armato è un variegato quadro di valori sociali, passione atavica, arte, capacità industriale, risultati sportivi, cultura storica, ricerca, divertimento, rievocazioni in costume, sviluppo per la tutela nazionale e tantissimo altro. Gli appassionati, i commercianti, i produttori di armi e munizioni italiani hanno passato decenni operando “di nascosto” per non urtare la sensibilità degli altri, ora vogliamo solo dire: ci siamo e non ci vergogniamo di quello che facciamo o delle nostre passioni, siamo persone oneste e pronte a tutelare noi e la nostra Nazione”.