Berlato: inasprire le sanzioni per chi disturba la caccia

Il Consigliere regionale veneto di FdI- An – Mcr, Sergio Berlato, ha presentato un progetto di legge che prevede l’istituzione di specifiche sanzioni amministrative da 600 a 3.600 euro, di competenza regionale, per chi intenzionalmente intenda arrecare disturbo o turbamento a chi esercita legittimamente l’attività di caccia o di pesca

Il Consigliere regionale veneto di FdI- An – Mcr, Sergio Berlato, ha presentato un progetto di legge che prevede l'istituzione di specifiche sanzioni amministrative da 600 a 3.600 euro, di competenza regionale, per chi intenzionalmente intenda arrecare disturbo o turbamento a chi esercita legittimamente l'attività di caccia o di pesca, “attività per esercitare le quali è obbligatorio pagare ingenti tasse di concessione governativa e regionale. Le tensioni e i problemi che affliggono l’esercizio venatorio e piscatorio nel nostro Paese sono un’anomalia prevalentemente italiana”, ha commentato Berlato, “spesso alimentata ad arte da mere strumentalizzazioni di natura politica o dall’estremismo animal-ambientalista. A causa del continuo ripetersi di episodi di disturbo intenzionale o impedimento volontario di queste attività, si ritiene necessario porre un freno a iniziative che si collocano molto al di fuori di una legittima espressione di dissenso nei confronti di attività che da qualcuno non sembrano essere condivise. Chi esercita un'attività consentita dalle Direttive comunitarie e normata da rigorose leggi statali e regionali, dopo aver pagato una corposa tassa di concessione governativa (173,16 euro) alla quale si aggiunge un'altrettanto corposa tassa di concessione regionale (84 euro), ha il sacrosanto diritto di chiedere alle istituzioni di essere tutelato dall'aggressione di qualche esagitato che, per un malinteso senso di democrazia, tenta in tutti i modi di impedire l'esercizio di attività legittime quali la caccia e la pesca. Negli ultimi anni nel nostro Paese abbiamo assistito a intemperanze di ogni genere motivate da contrarietà ideologiche che non giustificano in nessun modo l'utilizzo di metodi di protesta illegali. Con l'approvazione di questa legge, chi dissente dall'attività di caccia o di pesca dovrà manifestare la propria contrarietà in modo civile e legittimo, pena la condanna al pagamento di adeguate sanzioni amministrative a livello regionale e, se verrà approvata la legge statale, di pesanti sanzioni penali”.