Banco di prova: un successo bresciano

Il futuro è tornato rosa per il Banco nazionale di prova di Gardone Val Trompia (Bs): dopo essere stato, incredibilmente, classificato tra gli enti inutili e minacciato di soppressione, grazie a un’azione bipartisan dei parlamentari bresciani, non solo non sarà cancellato, ma diventa un’azienda speciale della Camera di Commercio di Brescia

 

Il futuro è tornato rosa per il Banco nazionale di prova di Gardone Val Trompia (Bs): dopo essere stato, incredibilmente, classificato tra gli enti inutili e minacciato di soppressione, grazie a un’azione bipartisan dei parlamentari bresciani, non solo non sarà cancellato, ma diventa un’azienda speciale della Camera di Commercio di Brescia.«Si riconferma il primato bresciano», ha precisato il presidente Francesco Bettoni, «perché il trasferimento è in esclusività, cioè non potranno nascere altri banchi di prova in Italia». Una vicenda che era iniziata male, con il Banco finito nell’elenco degli enti da tagliare. Secondo Aldo Rebecchi, presidente del Banco, «sarebbe stato assurdo cancellare un ente che non ha mai avuto finanziamenti pubblici e il cui bilancio degli ultimi 10 anni è sempre stato in attivo». L’azione dei parlamentari bresciani, alla fine, ha avuto la meglio sulle resistenze romane. «Un lavoro complesso», ha commentato il senatore Guido Galperti, «perché la burocrazia romana non vuole che qualcosa esca dal suo controllo». Per il passaggio di consegne serve ora il decreto del ministero dello Sviluppo economico, atteso entro 60 giorni.«Cancellando il Banco Nazionale», ha spiegato Nicola Perrotti, presidente di Anpam, «le aziende sarebbero state obbligate ad andare all’estero per la punzonatura, con un aumento dei costi». Nulla cambierà per i 72 dipendenti, mentre il CdA sarà ridotto da 12 a 5 membri. «Le funzioni saranno le stesse» spiega Stefano Saglia, sottosegretario allo Sviluppo economico, «ma in più sarà possibile fare attività di promozione del settore armiero». Soddisfatto anche il sindaco di Gardone, Michele Gussago, che sostiene: «È una vittoria per il territorio e per l’economia bresciana».