Attenzione alla vanità!

Il Comitato direttiva 477 ha messo a punto un prontuario per tiratori, appassionati, gestori di campi di tiro e armieri per non farsi cogliere impreparati e rappresentare la realtà del nostro settore per come è, pretendendo che le affermazioni non vengono distorte dai giornalisti a caccia del sensazionalismo

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Cari amici tiratori crediamo sia urgente un appello rivolto a tutta la comunità dei tiratori e quindi soprattutto ai titolari e gestori dei campi di tiro sportivi ed ai direttori dei Tsn, ma anche ai titolari di armerie: come sempre accade nelle ore successive a un evento di cronaca che coinvolge l’uso di un’arma legalmente detenuta da un onesto cittadino e come mai accade quando l’arma del fatto in cronaca è invece clandestina e impugnata da un criminale (non fa notizia ormai…) la solita compagine di emittenti televisive e giornali "benpensanti" si è subito attivata per realizzare "servizi giornalistici" sul tema.

L’obiettivo di questi servizi sarebbe quello di fornire all’opinione pubblica un’immagine realistica di coloro che detengono armi legalmente e di come le utilizzano nei poligoni.
Il condizionale è però d’obbligo perché l’esperienza – anche molto recente – ci ha insegnato che nella quasi totalità dei casi questi servizi sono in realtà pensati e poi costruiti in modo tale da gettare discredito sugli onesti cittadini che detengono armi e sugli sportivi, raffigurandoli come pericolosi fanatici, giustizieri, estremisiti eccetera. 
Si omette sempre di dire che chi in Italia possiede legalmente un’arma è sicuramente un cittadino valutato dalle autorità e le istituzioni come degno di maggior fiducia e affidabilità di qualunque altro cittadino che non sia stato sottoposto agli analoghi controlli necessari per il conseguimento dell’autorizzazione di legge. Cittadini di serie A dunque.

Per questo motivo riteniamo indispensabile invitare tutti alla massima prudenza nel relazionarsi con esponenti della stampa e delle televisioni che chiedano di realizzare servizi sull’uso delle armi in poligono o peggio ancora chiedano di "visitare" la collezione privata di qualche tiratore.
Di seguito elenchiamo alcune cautele che riteniamo debbano essere adottate da tutti, per la tutela del nostro buon nome e della nostra passione, evitando di diventare vittime di abili misitificazioni.

1) Rifiutare l’accesso ai poligoni a qualunque giornalista che non sia munito di un titolo di legge all’uso delle armi;
2) Accettare di rilasciare un’intervista previa firma di un’obbligazione per il giornale/emittente a far visionare il servizio così come andrà in onda o come verrà pubblicato (utilizzate il modulo di seguito allegato);
3) Realizzare l’intervista sempre in presenza di almeno altre due persone, meglio se uno di loro è un legale;
4) In nessun caso concedere ai giornalisti di vedere e peggio ancora manipolare armi a meno che non siano titolari di una licenza valida che li abiliti al maneggio: verificate il documento, non credetegli sulla parola;
5) Ricordare che in Italia il possesso di un’arma non è mai necessariamente legato all’esercizio della legittima difesa, poiché la legge che disciplina la difesa ne consente l’esercizio con qualsiasi strumento, definendo le circostanze che la rendono legale. Le armi sono attrezzi sportivi, oggetti neutri, come una racchetta da tennis o una mazza da golf. E’ l’uso che si scegli di farne che ne definisce la ‘bontà’ o la ‘cattiveria’.
6) Non prestatevi a strumentalizzazioni, non fatevi blandire dalla promessa di apparire in televisione per qualche secondo: chi vi verrà a cercare in questi momenti quasi sempre lo farà per mettervi/metterci in cattiva luce e per produrre argomentazioni utili a promuovere leggi che tolgano agli itlaini la possibilità di utilizzare armi civili e sportive;
7) Nel caso decidiate di parlare con un giornalista ricordate che le statistiche indicano che la quasi totalità dei reati commessi con le armi viene realizzato con armi clandestine, non con armi legalmente detenute!;
8) Nel caso decidiate di parlare con un giornalista del tema della difesa (MEGLIO EVITARE!) ricordate che chi è costretto a difendersi è una vittima che non ha scelto di trovarsi in quella situazione e che comunque in base al nostro ordinamento subirà quasi certamente un lunghissimo iter processuale, costosissimo e psicologicamente devastante.

La vera prima difesa è questa! Impariamo a comunicare bene la nostra immagine di cittadini di serie A, sportivi, onesti, responsabili.
Impariamo a non farci strumentalizzare.

Suggeriamo a tutti coloro che venissero contatti da televisioni e giornali per eventuali interviste di contattare il Comitato 477 per coordinarsi al meglio su come comportarsi con gli organi di informazione.