Armalite Ar10A2 Carbine: a colpo sicuro

Sviluppata per il law enforcement e più in generale per il cqb, offre una buona precisione grazie a una canna senza compromessi e malgrado lo scatto militare

Di Matteo Cagossi – foto Gilberto Cervellati

Il rinnovato interesse nel settore del law enforcement per armi individuali semiautomatiche in .308 Winchester deriva dalla necessità di dotarsi di strumenti di lavoro dalla maggior efficacia terminale rispetto ai classici e “debolucci” .223 Remington, in quanto, per evitare danni collaterali in teatri operativi fortemente popolati (aeroporti, stazioni, centri commerciali eccetera), si impone l’esplosione di pochi, ma risolutivi colpi.
In questo contesto e con tali presupposti, la Armalite ha prodotto il nuovo Ar10A2 Carbine con canna di soli 16 pollici (406 mm) completando, in tal modo, la famiglia Ar10 già rappresentata dai modelli Ar10M (T) con canna lunga 24 pollici (sniper) e Ar10Am con canna lunga 20 pollici (multiruolo).
La meccanica di quest’arma è ormai un classico, per cui ci limiteremo a descriverne a grandi linee le caratteristiche peculiari.
Il funzionamento è semiautomatico a presa di gas, con otturatore rotante, calciatura in-line e fusto in alluminio. Il telaio è formato da due gusci collegati da altrettanti perni che, oltre a determinarne l’accoppiamento, consentono il rapido smontaggio da campo. Tali elementi, upper e lower receiver, sono ottenuti da leghe d’alluminio di derivazione aeronautica ad altissima resistenza realizzate tramite processi di forgiatura.
L’impiego di metalli non ferrosi per la realizzazione del fusto è stato possibile grazie al fatto che le alette dell’otturatore non chiudono nel telaio ma nel prolungamento della culatta della canna (barrel extension).
Il sistema di sfruttamento dei gas, mutuato dallo svedese Ljungman Ag 42, prevede l’utilizzo di un tubetto parallelo alla canna in cui i gas di sparo prelevati dal gas block vengono convogliati, fino a spingere il portaotturatore. L’arretramento di quest’ultimo comporta la rotazione della testa dell’otturatore, che disimpegna le alette di chiusura dalle relative sedi. Una volta sbloccato, l’otturatore viene trascinato all’indietro dal portaotturatore, estraendo ed espellendo il bossolo sparato.

Il pregio di questo sistema, oltre alla semplicità produttiva, risiede nell’eliminazione delle eventuali vibrazioni causate dal moto di un pistone rendendo, al contempo, la canna praticamente libera da vincoli pregiudicanti la precisione di tiro. L’otturatore presenta sei alette simmetriche di chiusura, sviluppanti un’area di contatto pari a ben 72 millimetri quadrati contro i circa 60 di una normale carabina bolt-action.
La settima aletta, sita in prossimità dell’espulsore, essendo ribassata di circa 0,5 millimetri rispetto le altre, assume la mera funzione di sicurezza in caso di cedimenti meccanici.
Lo scatto di serie è un classico militare single stage caratterizzato da una corsa lunga seguita da sgancio netto e prevedibile con peso complessivo pari a 3.150 grammi, esente da collasso di retroscatto. Tali caratteristiche non penalizzano eccessivamente, ma come optional ci si può avvalere di un pacchetto dall’altisonante nome National match, in due tempi regolabili per corsa e peso.
Su lato sinistro del fusto è presente la leva zigrinata della sicura e la leva a bilanciere dell’hold open, del tutto simili agli omologhi presenti sull’Ar15. Diversamente da quest’ultimo, l’Ar10 è privo del pistoncino di assistenza alla chiusura (forward assist), ritenuto superfluo in funzione del superiore libbraggio della molla di recupero. Rimane, invece, il classico sportellino atto alla protezione della finestra di espulsione, la cui apertura produce il familiare suono metallico comune a tutti i black rifle, ma la cui utilità, in un’arma civile, è puramente estetica. Le finiture, in pragmatico stile militare, prevedono la fosfatazione per gli acciai e l’anodizzazione per la lega leggera, garantendo altissimi standard di protezione contro corrosioni e ossidazioni. Benché tali trattamenti possano essere utilizzati per coprire eventuali pecche della finitura, sugli Armalite le superfici e i piani osservati in controluce, non evidenziano alcun segno di lavorazione risultando, pertanto, precisi e ben realizzati. L’elemento distintivo dell’arma è sicuramente la corta canna dotata di compensatore la cui lunghezza, pari a soli 16 pollici, rende questo semiauto uno dei .308 più compatti sul mercato italiano. Ma a cosa serve un .308 con canna così corta? Questa lunghezza è stata attentamente studiata per fornire un’arma adatta al close quarter battle (Cqb) con dimensioni generali simili a un Colt M4 in .223, ma con prestazioni balistiche e terminali assolutamente superiori. Più che al mercato militare, tale caratteristica si adatta all’utilizzo da parte di reparti di polizia e antiterrorismo (Swat), per i quali mobilità e maneggevolezza impongono l’adozione di armi compatte ma di adeguata potenza.
A parte le dissertazioni tecnico-tattiche, il nostro Ar10 monta una superba canna rotomartellata, lunga 406 millimetri ottenuta da barre d’acciaio classe 4140 al cromo-molibdeno. Le quattro rigature destrorse, aventi un passo costante di un giro in 11,25 pollici (pari a 285,75 millimetri), denotano una notevole cura e perizia costruttiva testimoniata, inoltre, dalla cromatura interna con successiva lucidatura mediante doppia lappatura.

Il corto passo adottato in questi preziosi tubi, consente una migliore stabilizzazione di palle medio-pesanti (da 168 grani in su), cosa che talvolta non accade con canne militari dal passo più lungo garantendo, al contempo, una maggior efficacia terminale (anche con palle Fmj) a grande distanza.
Alla volata è avvitato un valido compensatore a quattro camere disposte su due file opposte che, concorrendo allo smorzamento della vampa di bocca, limita efficacemente il rilevamento e rinculo dell’arma durante il tiro.
Sparare con una corta canna compensata, comporta un inevitabile quanto adrenalinico boato che, squassando il box di tiro, attira l’attenzione dei curiosi astanti che inevitabilmente chiedono: «In che calibro è?».
Imbracciando il Carbine, ci si accorge immediatamente dello squisito equilibrio dimensionale dell’insieme, che palesa un attento studio ergonomico in fase di progettazione di calcio, astina e impugnatura. Il calcio è ben dimensionato e consente l’assunzione di una postura piuttosto naturale sia che si spari in posizione eretta sia da sdraiati.
L’allineamento con diottra e mirino è perfetto, mentre l’eventuale applicazione del cannocchiale sulla maniglia di trasporto, costringe ad assumere una posizione del capo piuttosto innaturale. La classica astina a profilo tondo in polimeri rinforzati, oltre a garantire una valida presa, grazie al carter interno in alluminio, fornisce una buona protezione termica anche a canna “rovente”. L’impugnatura a pistola, di disegno militare, consente una presa salda e confortevole con una distanza rilevata tra dorso e grilletto (trigger reach) adeguata a tiratori con mani di medie dimensioni. Sopra il calcio, nella porzione posteriore dell’upper è situata la classica manetta d’ armamento a “T” che, durante le prove, ha consentito una movimentazione dell’otturatore fluida ed efficace.
Dato l’inconsueto posizionamento (in rapporto ad altre armi), l’utilizzo di tale comando risulta poco istintivo ad arma imbracciata, mentre il pulsante di sgancio del caricatore, facilmente azionabile dall’indice della mano forte, permette cambi rapidi e veloci.
La leva della sicura è comodamente raggiungibile dal pollice mentre l’azionamento dell’hold open obbliga all’utilizzo della mano debole. L’esigua lunghezza (945 millimetri), unita all’ottima ergonomia, rende il bilanciamento della piccola Armalite neutro e leggermente arretrato per cui, durante il brandeggio, quasi ci si dimentica dei quattro chilogrammi di massa.

In realtà, le Carbine in commercio sono due, denominate Ar10A2C e Ar10A4C.
La prima, oggetto della prova, presenta il tipico maniglione fisso tipo M16A2, mentre l’A4 viene fornito di upper e gas block provvisti di guide tipo Picatinny rail sulle quali è possibile interfacciare sistemi di mira ottici, accessori tattici o il maniglione e mirino amovibili simili alla versione A2. La dotazione di serie prevede una diottra regolabile micrometricamente “incastonata” nella maniglia di trasporto e anteriormente un mirino a palo sostenuto e protetto dal portamirino-presa gas.
Il traguardo posteriore è costituito da una foglietta di mira ribaltabile a “L”, dotata di due riferimenti a diottra di cui uno per utilizzo istintivo, l’altro dedicato al tiro di precisione.
Armalite garantisce rosate di 1,5 moa (41 millimetri a 100 metri) con munizioni di fabbrica. Con l’ intento di verificare la veridicità di tale dato, dopo aver installato sulla piccola peste un cannocchiale Schmidt & Bender 6×42 ancorato a un attacco Armalite, ci siamo diretti al vicino e rinnovato Tsn di Carpi (Mo) dove, abusando della cordiale ospitalità del presidente Giuseppe Martinelli e del suo staff, abbiamo condotto le prove a 25 e 100 metri.
Come appoggio per i tiri lunghi e per consentire la facile ripetibilità della prova, abbiamo optato per il classico sacchetto di sabbia. Già durante la fase di taratura, avvenuta con le ottime Winchester Supreme match 168 grs, siamo rimasti colpiti dalla mitezza del rinculo e dall’assenza di rilevamento, dovuti sia al valido compensatore sia all’impostazione in-line. La prova ha visto la rapida esplosione di 5 cartucce per tipo, intervallata da 5 minuti di pausa per il raffreddamento della canna.
Partendo con le Norma Diamond di 168 grs abbiamo realizzato una rosata di 40 millimetri da centro a centro con un bel gruppetto di tre colpi in 13 millimetri. Le Winchester Supreme hanno fornito una rosata piuttosto concentrata di quattro colpi in 23 millimetri, peccato che un nostro strappo abbia allargato il tutto a 43 millimetri. A tal proposito, consigliamo l’eventuale adozione dello scatto National match, sicuramente più consono al tiro di precisione. La terza rosata ha visto l’impiego delle economiche Sellier & Bellot a standard militari con palla Fmj di 147 grani. Dalle rilevazioni cronografiche non si sono rivelate molto costanti ma, grazie all’ottima canna, la dispersione si è attestata in 40 millimetri. L’unica cartuccia venatoria provata è stata la Hornady Sst con palla espansiva e punta in policarbonato di 150 grani, la quale ha fornito una rosata di 38 millimetri con tre colpi in 16 millimetri. Meglio di tante bolt-action! Le ricariche assemblate con polvere Vihtavuori N540 hanno fornito prestazioni simili alle commerciali: la prima combinazione, con palla Lapua Scenar di 155 grani e dose di polvere di 45 grs, ha prodotto una rosata di 42 millimetri con tre colpi in 7 millimetri; la seconda combinazione, con palla Lapua Scenar di 167 grani e 44 grs, si è rivelata la migliore con una rosata di soli 28 millimetri, mentre la ricarica 3, assemblata con le pesanti palle Lapua D46 Fmj di 185 grani e 43 grs ha fornito un valido raggruppamento di 29 millimetri.

​L'articolo completo è stato pubblicato su Armi e Tiro – aprile 2008
Le aspettative fornite dal fabbricante sono state pienamente rispettate, fornendo effettivamente rosate (strappi a parte) da 1 a 1,5 moa. Non dimentichiamo che questa è un’arma per il Cqb e non un Ar10T Sniper.
Corroborati dalla prova a 100 metri, ci siamo recati sulle linee a 25 metri, dove abbiamo potuto verificare il comportamento dinamico e l’attitudine del Ar10 al tiro combat. Ingaggiando una sagoma Ipsc posta a venticinque metri, partendo con arma assicurata a 45 gradi e utilizzando prima un mirino olografico Eotech, poi la diottra da tiro istintivo.
Abbiamo esploso nove serie di 5 colpi in rapidissima successione. Nel tiro rapido d’imbracciata, il nostro Ar10 si comporta veramente bene, rimanendo allineato al bersaglio e denotando un rinculo veramente mite, tant’è che la rosata di 45 colpi ha mostrato una concentrazione, strappi a parte, pari a circa 250 millimetri. Sicuramente l’ambiente in cui il Carbine si trova più a suo agio è proprio questo, spazi aperti e ingaggi rapidi. Tale esperienza ci ha anche dato modo di verificare l’affidabilità dell’arma out of the box poiché, impiegando caricatori riforniti con munizioni miste, non si è verificato alcun inceppamento.
I bossoli di risulta, privi di ammaccature, indicano una percussione decisa e centrata, mentre la scarsa affumicatura del colletto testimonia la correttezza dimensionale della camera di scoppio (in pratica sembrano usciti da una bolt-action). Durante l’esplosione delle 100 cartucce usate per il test, non è emerso alcun malfunzionamento o inceppamento rendendo la sessione di tiro veramente divertente e fisicamente poco stressante.

Produttore: Armalite inc, po box 299 Geneseo, Il, 61254, tel. 00.13.09.94.46.939, fax 00.13.09.94.46.949, www.armalite.com
​Importatore: Gunstrade, via B. Veloci 4, 42049 Sant’Ilario d’Enza (Re), tel. e fax 05.22.67.18.15, www.gunstrade.com
Modello: Ar10A2 Carbine
Tipo: carabina semiautomatica
​Calibro: .308 Winchester Funzionamento: semiautomatico a presa di gas con otturatore rotante a sei alette
​Canna: martellata a freddo, cromata con doppia lappatura lunga 16” (406 millimetri) con passo di 1 giro in 11,25”
​Lunghezza totale: 945 millimetri
Alimentazione: caricatore bifilare amovibile a presentazione alternata
​Numero colpi: 5 Scatto: single stage militare (3.000 grammi, circa)
Sicura: manuale a leva sul lato sinistro del castello
Mire: mirino a palo fisso, diottra a “L” regolabile micrometricamente
Materiali: canna acciaio 4140, otturatore e porta otturatore in acciaio al carbonio; fusto in alluminio aeronautico; astina, calcio e impugnatura in polimeri rinforzati con fibra di vetro
​Finiture: canna fosfatata, fusto anodizzato, portaotturatore brunito e internamente cromato
​Numero di catalogo nazionale: 16.480 (arma sportiva)
Peso: 4.000 grammi, circa