Anche Arcicaccia vuole l’unità

Piergiorgio Fassini, presidente nazionale Arcicaccia

Il presidente di Arcicaccia, Piergiorgio Fassini, punta al modello federativo su base paritaria, rispondendo a Federcaccia che ha parlato di “fase costituente per un nuovo soggetto, unitario, di rappresentanza dei valori della caccia”

Piergiorgio Fassini, presidente nazionale Arcicaccia, risponde alla relazione del vice presidente Moreno Periccioli al Consiglio Nazionale Fidc del 7 ottobre scorso. “Nello scorso febbraio, in concomitanza con Hit, Fidc ha esortato le associazioni venatorie a unirsi. Noi abbiamo pubblicamente dichiarato la nostra disponibilità. Il tutto è rimasto lettera morta. Adesso, ci aspettiamo proposte concrete. Su quali siano le nostre idee carta canta, come dimostra questo brano tratto dalla mia relazione di insediamento come presidente: «C’è bisogno di unità, da soli, divisi, facciamo i grilli parlanti, l’asse di lavoro con Fidc e Anuu i tavoli di confronto sono tutti saltati, così i servizi, a partire dalla polizza unitaria. Tutto ciò ha concorso ai danni del mondo venatorio, lo soffriamo, non ci gioiamo. La questione toscana ha concorso pesantemente nella crisi con Fidc che era allucinata dall’annetterci… Il mondo venatorio teme l’unità oggi ancora più indispensabile sia al “centro” e soprattutto nelle regioni: i luoghi dove si fa la caccia vissuta. L’unità parte dal riconoscimento e dal rispetto della diversità culturale per un obbiettivo di politica comune: la caccia! Riprendere il percorso della Federazione unitaria, al di là delle sigle, dei servizi comuni, ripartire laddove hanno e abbiamo sbagliato…».

Siamo più che disponibili ad ascoltare, perché l’unità del Mondo venatorio è nel nostro Dna, ma ovviamente non accetteremo tutto. La nostra idea è quella di un modello federativo che obblighi le associazioni a unire le forze e collaborare, in modo da riuscire a parlare con una sola voce che sintetizzi le idee di tutti senza prevaricazioni. Certo, non possiamo riprendere in considerazione esperimenti di fusione (annessione) a freddo come quello a cui, nostro malgrado, abbiamo partecipato recentemente e il cui fallimento è sotto gli occhi di tutti. La Cabina di regia è un inizio positivo; può essere possibile partire da essa per dare corpo a qualcosa di nuovo e permanente, che vincoli gli aderenti a un lavoro comune? Noi pensiamo di sì e lo abbiamo anche detto: se si vuol continuare sul percorso della Cabina di regia pensiamo sia utile rimuovere la logica del “cartello”, con il quale era partita l’esperienza della stessa Cabina, per passare a un metodo molto più strutturato. D’altra parte, se ci guardiamo alle spalle, possiamo ritrovare un’esperienza importante che, unendo le Associazioni venatorie in un periodo difficile, ha dato grandi risultati. Parlo dell’Unavi, che ci ha permesso di vincere il referendum per poi naufragare a causa di appetiti e smanie di predominio. Il nostro modello è quello che unisce le idee e di conseguenza gli uomini, su base paritaria, rispettoso della storia e delle tradizioni proprie di ogni associazione. Questa è la nostra idea, aspettiamo che dall’Associazione maggiore, questa volta, dopo gli annunci arrivino anche i fatti, noi, nel frattempo, prepareremo e presenteremo le nostre proposte“.