Arcicaccia diffida la Rai

L’ennesimo pistolotto denigratorio della caccia, andato in onda sul Tg2, ha suscitato le giuste ire del presidente di Arcicaccia, Osvaldo Veneziano, che ha scritto una lettera di diffida al direttore generale della Rai e al presidente della Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi Radiotelevisivi

 

L’ennesimo pistolotto denigratorio della caccia, andato in onda sul Tg2, ha suscitato le giuste ire del presidente di Arcicaccia, Osvaldo Veneziano, che ha scritto una lettera di diffida al direttore generale della Rai e al presidente della Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi Radiotelevisivi.

Pietra dello scandalo, il servizio andato in onda alle 20:51 del 21 agosto scorso durante il Tg2, nel quale la giornalista Lidia Scognamiglio, nel commentare l’arresto di un presunto piromane, ha esclamato: “solo in cinque casi su cento dietro un caso del genere si nasconde infatti una vera patologia….le cause sono spesso legate invece a interessi economici come l’utilizzo alternativo di quel terreno per l’edilizia, il pascolo, la caccia…”.

 “Premesso che resta estremamente difficile comprendere in che modo un incendio doloso potrebbe anche solo lontanamente favorire economicamente la caccia”, ha replicato Veneziano, “atteso che non solo un disastro di tale portata arrecherebbe ingenti danni anche alla fauna selvatica e quindi alla stessa attività venatoria, ma ai sensi dell’art. 10 della Legge–Quadro in materia di incendi boschivi (L. n. 353/2000) la caccia è comunque vietata per dieci anni proprio su quelle aree che siano state interessate da un incendio, ad ogni modo i dati raccolti dal Corpo Forestale dello Stato a partire dall’anno 2000 e sino a tutto il 2011 relativamente agli incendi boschivi, smentiscono categoricamente quanto affermato dalla summenzionata giornalista. Alla luce di ciò non posso esimermi dal denunciare a chi di dovere questo ennesimo episodio di “mala informazione” e di “strumentalizzazione” del servizio pubblico per fini e interessi personali, atteso che con la messa in onda del servizio giornalistico oggi contestato si sono divulgate informazioni assolutamente inveritiere e infondate, le quali non hanno fatto altro che contribuire a quell’attività calunniosa e denigratoria che ormai da anni imperversa ingiustamente a danno della caccia e di tutti coloro che la praticano. Per tali motivi, non volendo più soprassedere a fatti di tal genere, nella mia qualità di Presidente Nazionale dell’Arcicaccia, oltre che di onesto cacciatore, diffido la Rai dal diffondere ancora notizie false e tendenziose nei confronti della categoria che rappresento e della quale faccio orgogliosamente parte, facendo presente di aver comunque dato espresso mandato ai miei legali di fiducia, Avv. Alessandro Ippoliti e Avv. Antonello Meuti, affinché valutino l’opportunità di procedere anche per le vie legali”.