Allarme procioni

Uno studio scientifico evidenzia una parassitosi nel procione, con casi segnalati in 9 Paesi dell’Unione europea tra cui anche l’Italia

La comunità scientifica europea è in allarme per un parassita che potrebbe risultare patogeno per l’uomo, portato dai procioni, comunemente detti orsetti lavatori. Il parassita sarebbe il Baylisascaris procyonis o, comunemente detto, verme tondo del procione. E manco a dirlo è già stato trovato anche nel nostro Paese, dove i ricercatori dicono di aver individuato un focolaio in Toscana. Tornando ai procioni dobbiamo rendere loro atto che appartengono alla piccola cerchia degli animali selvatici veramente simpatici, soprattutto per la loro mascherina ben nota attorno agli occhi e per essere veri “pirati intelligenti” che vivono a ridosso dell’uomo, molto spesso diventando veri conoscitori e scopritori di tutti i segreti della sua vita per riuscire a carpire qualunque cosa possa essere dichiarata “cibo”. Lo studio è stato pubblicato dalla rivista Parasitology Research che ha preso molti dei dati da ricerche effettuate in Germania dove il procione è diventato veramente invasivo fin dall’inizio del Novecento. Il parassita è stato rilevato in nove Paesi europei tra cui l’Italia. Addirittura, sempre in Germania, in due anni di rilievi, su 146 procioni analizzati ben il 66,4 per cento presentavano infestazione arrivando anche a punte del 77,4 per cento. In Baviera la presenza sale al 96,3 per cento. Molto meno come percentuali nei Paesi limitrofi. Anche se raro, il rischio per la salute umana è abbastanza concreto. Tale parassita va a incistarsi e a compromettere l’apparato visivo potendo provocare danni permanenti. L’uomo potrebbe infettarsi nei soliti modi, ovvero ingerendo uova del parassita accidentalmente sparse nell’ambiente con le feci dell’animale. L’allarme viene evidenziato e motivato dalla notevole urbanizzazione dei procioni, che ormai vivono molto a ridosso degli umani, ancor peggio di volpi e topi. In Italia la specie è già presente in alcune aree. Diciamo questo proprio perché prossimamente sarà una delle specie bersaglio dell’animalismo nostrano che, nel caso comparisse in maggior quantità, data la sua promiscuità e simpatia, verrebbe subito adottato come simbolo della “convivenza pacifica”. E sarebbe veramente dura far cambiare comportamento ai vari foraggiatori, che già adesso corrono in soccorso, nutrendo, orsi, lupi, volpi e uccelli vari. Siccome già sono tutti in fibrillazione perché stiamo per essere graziati dalla presenza dello sciacallo dorato, che ormai nei paesi dell’Est è diventato peggio del cinghiale, si parla anche del cane procione, arriveranno sicuramente anche i procioni veri, e puntualmente ne saremo invasi. Data la notevole predilezione dell’animalismo italiano nell’appropriarsi di specie che non hanno assolutamente nulla a che vedere con la nostra fauna autoctona, comunque vada sarà un successo. Non dimenticando che questi animali, lupo compreso, sono sempre possibili portatori di rabbia. Il cibo, anche se non dato spontaneamente, i procioni lo trovano ovunque. Anche a danno di nidiacei, uova di qualunque specie o invertebrati. E male che va i nostri cassonetti, come ben si sa, sono i più forniti d’Europa. Rimaniamo vigili.