Usa, calano gli acquisti in giugno: effetto magazzini vuoti

Salesman selling pistols and revolver assorted firearms for sale at gun show

Nel mese di giugno, gli acquisti forsennati di armi negli Stati Uniti hanno subito una decisa flessione rispetto al mese precedente e allo stesso periodo del 2020, con un calo rispettivo del 5 e del 22 per cento. Secondo l’Fbi, nel corso del mese sono state “solo” 3,05 milioni le richieste di background check, la richiesta preliminare di nulla osta all’acquisto di armi e munizioni in armeria che fornisce una indicazione spannometrica, ma verosimile, sul totale delle vendite nella federazione.

Grossisti e dettaglianti confermano che la flessione è principalmente dovuta non al calo della domanda, bensì alla indisponibilità fisica di armi e munizioni nei magazzini. Alcune tipologie di armi e alcuni calibri, sono in effetti semplicemente, ormai, introvabili.

Il totale dei background check eseguiti dall’inizio dell’anno è, tuttavia, ancora sulla buona strada per battere il record (superiore a ogni altro anno da quando esiste questo sistema digitale) del 2020: nella prima metà dell’anno 2021 sono stati effettuati 22,24 milioni di controlli, rispetto ai 39,69 di tutto il 2020.

Tra le armi in assoluto più richieste ci sono le carabine su piattaforma Ar15, sulle quali si concentrano gli strali delle proposte di restrizione da parte dell’amministrazione Biden, ma al secondo posto il gradimento è principalmente per le pistole tascabili o comunque utilizzabili nel porto occulto. Secondo l’amministratore delegato di Smith & Wesson, Mark Smith, sono oltre 10 milioni gli americani che hanno comprato un’arma per la prima volta da quando è iniziata la pandemia Covid 19.