Zvi Kevin calibro 9 corto

Vai alla galleria delle fotoNonostante l’avvento di nuovi calibri e nuove tendenze, il mercato delle armi cosiddette “da tasca” è ancora ben lungi dall’estinguersi. Se, però, all’inizio del XX secolo erano soprattutto i grandi fabbricanti europei a farla da padrone, sembra che negli ultimi anni siano soprattutto le aziende di Oltreoceano a mantenere vivo il settore delle back-up. Negli Stati Uniti, per esempio, le aziende che le producono e le vendon… [

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] Nonostante l’avvento di nuovi calibri e nuove tendenze, il mercato delle armi cosiddette “da tasca” è ancora ben lungi dall’estinguersi. Se, però, all’inizio del XX secolo erano soprattutto i grandi fabbricanti europei a farla da padrone, sembra che negli ultimi anni siano soprattutto le aziende di Oltreoceano a mantenere vivo il settore delle back-up. Negli Stati Uniti, per esempio, le aziende che le producono e le vendono non sono poche, alcune sono addirittura specializzate esclusivamente in ”tascabili” come la Accu-Tek, la Lorcin, la Phoenix arms, la Iai-Amt e la North american arms. Anche le aziende maggiori, sensibili a ogni possibilità di mercato, hanno attualmente in catalogo almeno una tascabile. I calibri maggiormente impiegati, date le dimensioni, sono ovviamente quelli più “compatti”, principalmente .22 lr, 6,35 mm e 7,65 mm Browning (.25 Acp e .32 Acp negli States), ma non mancano esempi di back-up tascabili camerati anche nel più potente 9 mm corto (.380 Acp), fra i quali ricordiamo la Iai-Amt Back-up, la Seecamp e la North american arms. Questa volta, però, la novità in questo settore ultra-specializzato arriva dal vecchio continente: la Zbrojovka Vsetin Indet (Zvi) della Repubblica Ceca produce, infatti, un’interessante pistola da tasca in .380 Acp, la Kevin. Esteticamente, la Kevin è piacevole e moderna: decisamente squadrata e compatta, le linee sono ben raccordate con un ponticello del grilletto di ampie dimensioni. Gli spigoli sono abbastanza arrotondati e le mire, integrali al carrello, non interferiscono con l’ estrazione e non offrono appigli di sorta. Dal punto di vista meccanico, la Kevin è una pistola semiautomatica a chiusura labile con canna fissa: per ridurre lo stress dell’arma (e del tiratore) date le dimensioni veramente ridotte e il peso esiguo in rapporto al calibro, adotta un ingegnoso sistema per diminuire le sollecitazioni della cartuccia sulla struttura. La porzione di canna visibile attraverso la finestra di espulsione, infatti, presenta superiormente due piccoli fori di sfogo paralleli, posti circa tre millimetri oltre la fine della camera di scoppio. La loro inclinazione verso la volata è di circa 45° e consente, mentre la palla viaggia ancora all’interno della canna, di sfogare all’esterno parte dei gas sviluppati, diminuendo quindi la pressione esercitata dal bossolo sulla faccia dell’otturatore. Il sistema è stato, ovviamente, brevettato dalla Zvi. Il sistema di scatto è solo a Doppia azione (Dao) mediante cane esterno e percussore inerziale. Il cane è di tipo senza cresta (bobbed) e in condizione di riposo rimane protetto all’interno del carrello: questa soluzione evita al cane di impigliarsi negli indumenti durante l’estrazione. Lo scatto esclusivamente in Doppia azione è tipico delle pistole per difesa estrema e consente alla Kevin di fare a meno di sicure esterne. I fianchi del carrello e la parte superiore del castello non presentano, dunque, leve di alcun tipo: è assente anche il comando dell’hold-open per cui, sparato l’ultimo colpo, il carrello rimane in chiusura. L’unghia dell’estrattore, presente sul lato destro, funge anche da avvisatore di colpo in canna: un riferimento rosso presente sulla parte superiore dell’estrattore, sporgendo dal profilo del carrello a cartuccia camerata, evidenzia lo stato della camera di scoppio. L’ espulsore a puntone, invece, è fissato internamente al castello, sul lato sinistro. La Kevin è dotata di due distinte molle di recupero di piccolo diametro con relative guide, che si inseriscono nelle apposite sedi presenti ai lati del fusto (soluzione adottata, fra le altre, dalla celeberrima P38). Questo ha consentito, in sede di progettazione, di mantenere la canna piuttosto bassa rispetto all’impugnatura, aiutando a contenere il rilevamento della pistola allo sparo. Il ponticello del grilletto è molto ampio, ma le sue proporzioni appaiono ancora più ampie grazie alla lunghezza complessiva della Kevin che è davvero ridotta, appena 116 millimetri. Anche il grilletto appare sovradimensionato: è solcato longitudinalmente da sottili rigature antiscivolo e offre un’ottima presa alla trazione del dito. Il fusto è realizzato in lega di alluminio, mentre canna e carrello sono in acciaio. La Kevin è proposta con finitura inox (come nell’esemplare in prova) con guancette nere in plastica, brunita antiriflesso con identiche guancette, oppure brunita con particolari dorati (canna, estrattore, grilletto e pulsante di sgancio del caricatore) e guancette in legno. Gli organi di mira sono ricavati direttamente dal carrello per fresatura: la tacca di mira, a “U”, è abbastanza ampia e permette di traguardare il mirino con sufficiente luce ai lati. Quest’ultimo è di notevole estensione longitudinale ed è a rampa. Il caricatore monofilare, in lamiera d’ acciaio, ha una capacità di sei colpi: visto il calibro e l’altezza della pistola (di soli 95 millimetri), non sono pochi, uno in più comunque rispetto ai revolver snubby solitamente impiegati come arma di riserva. Il caricatore presenta alla base uno zoccolo in materiale plastico con funzione di appoggio per il dito mignolo: in effetti, questo ausilio è necessario per un grip corretto della pistola, in quanto l’impugnatura è davvero corta. Lo sgancio del serbatoio è costituito dal classico pulsante circolare sul lato sinistro del castello, appena sotto la congiunzione con il ponticello. Il sistema di smontaggio è semplice e riprende concettualmente quello delle Browning a chiusura labile dei primi del Novecento. Dopo aver scaricato l’arma, si arretra il carrello sino a far combaciare il riferimento inciso sul lato destro (una linea verticale) con il riferimento presente sul fusto, a forma di pallino. A questo punto, si blocca con l’ausilio della mano debole il carrello in posizione di semi-apertura. Con l’altra mano si impugna la volata e si fa ruotare la canna di 180 gradi. La rotazione svincola dal recesso nel fusto un tenoncino semilunare, posto sotto la rampa di alimentazione della camera, che va a inserirsi in una apposita sede nel carrello. A questo punto, il carrello può essere sfilato anteriormente dalle guide di scorrimento, facendo attenzione a non perdere le due molle di recupero poste in due sedi parallele al castello. Per il rimontaggio si procede all’inverso, facendo attenzione a montare prima la canna dentro il carrello con il tenoncino di ancoraggio della canna rivolto all’insù, altrimenti il gruppo canna-carrello non si inserisce sul fusto. Per il nostro test abbiamo utilizzato esclusivamente munizioni commerciali Fiocchi, precisamente Lrn Tfl con palla di 93 grani, Fmj con palla di 95 grani e Jhp con palla di 90 grani. Per la prova di precisione abbiamo impiegato solamente le prime. La Kevin ha sempre camerato fluidamente le munizioni della prova: l’estrazione e l’espulsione dei bossoli sono sempre state costanti, con espulsioni decise. I bossoli spenti non hanno presentato dilatazioni irregolari o segni particolarmente marcati, la percussione sulla capsula è risultata decisa e centrata. In effetti, le rilevazioni velocitarie hanno palesato una certa perdita di velocità rispetto a quanto sarebbe lecito aspettarsi da una 9×17 mm: in particolare, la Fmj di 95 grs ha fatto registrare 220 m/sec, contro i 290 m/sec generalmente rilevabili in una canna di 90-95 mm. Bisogna considerare, però, oltre alla ridotta lunghezza di canna, anche il particolare sistema di compensazione, che sottrae una porzione evidentemente non trascurabile dei gas di sparo. La distanza del bersaglio, 20 metri, è sicuramente eccessiva per una arma destinata alla difesa ravvicinata. Nonostante ciò, le rosate ci hanno piacevolmente impressionato. Sparando in tiro lento mirato, a due mani e senza appoggio, dopo alcuni colpi di affiatamento le rosate prodotte non hanno superato i 100 millimetri di diametro (siamo nell’area del 9 e del 10, per intenderci): da una double action only in 9 corto con canna di soli 57 millimetri (2 ¼”) non si può certo pretendere di più. Parte del merito è indubbiamente attribuibile anche alle mire della Kevin che, nelle armi di questa categoria, solitamente sono poco più che accessori. L’ acquisizione del bersaglio, grazie alla corretta apertura della tacca e alle opportune dimensioni del mirino, è buona e consente di aggiustare il tiro senza sforzare gli occhi o sperare nell’istinto. Le mire, probabilmente, sono tarate per una distanza di 10 yard: alzando leggermente il punto di mira, comunque, abbiamo ottenuto lo stesso buone rosate, la migliore del diametro di 80 millimetri. L’impugnabilità è discreta per mani medio-piccole: sparando a due mani bisogna fare prima qualche prova per trovare la posizione corretta. Date le ridotte dimensione dell’arma, la mano debole, avvolgendo la mano forte, imprigiona come in una morsa la piccola Kevin. Fortunatamente, l’assenza di leve sul fusto e sul carrello evita interferenze e manovre pericolose. La corsa del grilletto è molto lunga, il rilascio è improvviso. Il peso di sgancio è davvero notevole, 3.700 grammi, e richiede un certo affiatamento, specie quando si cerca di doppiare i colpi velocemente. Questo, comunque, non deve stupire: per motivi di sicurezza, le aziende tendono a tenere il valore del peso di scatto piuttosto alto, specie nel segmento delle Dao per difesa. Il rilevamento è gestibile e anche il rinculo, pur percepibile (l’arma pesa carica circa 460 grammi), non crea problemi, grazie anche al sistema di sfiato dei gas presente sulla canna. La prova ha dimostrato che la Kevin è una pistola affidabile e precisa, per la sua categoria. La qualità dei materiali e delle finiture è all’altezza delle aspettative per un’arma che proviene da un Paese con ottime tradizioni armiere, quale la Repubblica Ceca. La progettazione meccanica è riuscita nell’intento di produrre una back-up tascabile con ingombri e pesi da record, il che non è stato facile visto il calibro impiegato. L’ergonomia e l’architettura generale sono buone e il comportamento allo sparo non crea sorprese, a patto di eseguire un discreto allenamento allo scatto, non impegnativo, ma da conoscere bene prima di poter adoperare la Kevin in scioltezza. [

] L’articolo completo lo trovate, con molte più foto, su Armi e Tiro di marzo 2003 [

] Produttore: Zvi as, Jasenice 1254, 755 37 Vsetin, Czech Republic, tel. 00.42.06.57.60.20.05, fax 00.42.06.57.63.19.41, www.zvi.cz, info@zvi.cz Importatore: Prima armi, via Kennedy 8, 10064 Pinerolo (To), tel. 01.21.32.14.22, fax 01.21.39.87.39, www.prima.it, prima@primarmi.it Modello: Kevin Tipo: pistola semiautomatica Calibro: 9×17 (.380 Auto) Funzionamento: chiusura a massa, canna fissa Alimentazione: caricatore amovibile monofilare Numero colpi: 6 Scatto: solo Doppia azione (Dao) Percussione: mediante cane esterno e percussore inerziale Canna: lunghezza 57 mm (2 1/4″), rigatura a 6 principi sinistrorsi Mire: tacca di mira a “U” fresata nel carrello, mirino fisso a rampa Lunghezza: 116 mm Altezza: 95 mm Spessore: 23 mm Peso: 400 grammi scarica Materiali: fusto in lega d’alluminio, canna e castello in acciaio Finiture: brunita nera; disponibile anche con particolari dorati o con finitura inox Numero del Catalogo nazionale: 13.343 (arma comune) Prezzi: 566 euro con finitura inox, Iva inclusa; finitura brunita 522 euro; finitura brunita con particolari dorati 553 euro