Zastava: modifica sì, demilitarizzazione no

Nuova udienza per l’ormai famigerata questione delle carabine Zastava M76 sequestrate oltre cinque anni or sono: dopo aver disposto la restituzione degli esemplari non capaci di sparare direttamente a raffica (o meglio, di quelli per i quali i proprietari si fossero attivati per tempo chiedendone il dissequestro), il nodo da sciogliere era quello della procedura per la modifica degli esemplari che possono sparare a raffica, mettendo la sicura in posizione intermedia tra la posizione di sicurezza e quella di fuoco. Il Gip ha in particolare rifiutato la proposta del Pm, consistente nel modificare le armi secondo la procedura prevista dalla circolare del 2002 sulla demilitarizzazione, a favore di un procedimento più semplificato.

 

Questure recalcitranti
Altra questione è quella relativa alle armi immediatamente restituibili ai privati: parte di esse sono confluite al polo logistico della polizia di Senigallia, quindi saranno restituite insieme a quelle da modificare, con la collaborazione della Tfc di Villa Carcina; quelle, però, ancora giacenti presso le singole questure, dovrebbero essere immediatamente restituite ai cittadini. Il condizionale è d’obbligo, perché fino a questo momento le questure si sono mostrate recalcitranti, anche a fronte delle richieste ricevute dagli avvocati dei proprietari delle armi, con relativa copia dell’ordinanza. Per ovviare a questo problema, il Gip ha disposto che l’ordinanza dello scorso mese sia inviata alla questura di Brescia e da questa alle altre questure, sottolineando l’obbligo di ottemperarvi.