Vilipendono le istituzioni il 2 giugno: ritirate le armi

La libertà di espressione sancita dall’articolo 21 della nostra costituzione non determina una facoltà assoluta di minacciare od offendere chicchessia, men che meno le istituzioni della Repubblica. Ecco perché due cittadini della provincia di Vicenza che, in occasione della festa della Repubblica del 2 giugno, sul Giornale di Vicenza si erano abbandonati a esternazioni sprezzanti e offensive sulle istituzioni, si sono viste contestare il reato di vilipendio da parte del commissariato di Bassano del Grappa. Per uno di essi, detentore di armi, la questura della provincia ha disposto il ritiro cautelativo delle armi detenute.

In realtà, l’articolo 43 del Tulps specifica che non possano essere concesse licenze in materia di armi a chi abbia “riportato condanna a pena restrittiva della libertà personale… per delitti contro la personalità dello Stato”. Ancora prima che intervenga una condanna, tuttavia, lo stesso articolo 43 Tulps specifica che le licenze possono essere ricusate a chi “non può provare la sua buona condotta o non dà affidamento di non abusare delle armi”. Cosa che può senz’altro essere presa in considerazione dall’autorità di pubblica sicurezza nel momento in cui si rilascino pubbliche dichiarazioni fortemente caratterizzate, nei toni e nei modi, contro le istituzioni dello Stato.

Le autorità di pubblica sicurezza della provincia Vicentina sono evidentemente molto attive sul controllo dei messaggi sul Web e sui Social, atteso il fatto che un provvedimento analogo era stato preso poche settimane fa sempre per vilipendio della Repubblica da parte di un altro cittadino vicentino, per non parlare degli altri cittadini che si sono visti sequestrare le armi per aver esternato sul web la volontà di diventare foreign fighter in Ucraina.

Cosa devono insegnare questi fatti? Innanzi tutto, che le esternazioni fatte dal proprio computer di casa sul web o sui social hanno la medesima valenza che se fossero fatte a squarciagola in una piazza; in secondo luogo, che un legale detentore di armi ha la necessità di dimostrare e confermare sempre di possedere le doti della pacatezza e dell’equilibrio, doti che si estrinsecano anche nel modo in cui esprime le proprie opinioni.