Vietnam dimenticato: legionari italiani in Indocina

Il museo della guerra di Rovereto (Tn) apre oggi una mostra che ricorda, attraverso cimeli e documenti, le migliaia di soldati italiani che militarono nella legione straniera francese nel conflitto d’Indocina

A settant’anni esatti dalla battaglia di Dien Bien Phu, che segnò la fine del dominio francese in Indocina, il museo della guerra di Rovereto (Tn) apre al pubblico, fino al 26 gennaio 2025, la mostra dal titolo “Vietnam dimenticato: legionari italiani in Indocina 1946-1954”. La mostra, attraverso documenti e cimeli provenienti in gran parte dalle famiglie degli ex legionari, approfondisce in particolare il contributo da parte dei soldati italiani in seno alla Legione straniera francese, nel conflitto indocinese. La compagine italiana, in seno alla Legione, era seconda per numeri solo a quella tedesca.

La mostra si inserisce in un più ampio progetto di ricerca dal titolo “Returning Foreign Fighters (ReFF). The Demobilisation of Italian Transnational War Volunteers, 1860s-1970s” condotto dall’Università di Trento insieme all’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” e all’Università “Ca’ Foscari” di Venezia, con la collaborazione del Museo di Rovereto. L’unità di ricerca basata a Trento si sta occupando nello specifico delle vicende dei legionari rimpatriati dopo le esperienze in Indocina e Algeria e i ricercatori incaricati avranno accesso ai materiali d’archivio conservati dal Museo.

Sulla guerra di Indocina e sul successivo intervento americano in Vietnam si è scritto e si continua a scrivere molto. Tuttavia, la presenza di italiani nella Legione straniera francese in Indocina è poco nota. Gli italiani che combatterono nella Legione straniera francese in Indocina furono tra i 7 e i 10.000; circa 1.300 morirono in azione, per le ferite o per le malattie. Centinaia rimasero mutilati o riportarono traumi psicologici gravissimi; altri sopravvissero nei campi di prigionia e furono rimpatriati solo molti mesi dopo. La loro esperienza è stata a lungo rimossa dalla memoria storica del nostro Paese, ma il loro racconto, oltre a documentare uno dei conflitti che flagellò il Sud-Est asiatico, offre uno spaccato dell’Italia post-bellica e apre una riflessione sulla pervasività del fenomeno del “volontarismo” nei conflitti del Novecento. La loro è una storia di “sconfitti” sul campo o socialmente. Una vicenda “scomoda” a lungo rimossa dalla memoria pubblica, anche per motivi politici.

La mostra è aperta dalle 10 alle 18, dal martedì alla domenica, l’ingresso è compreso nel biglietto del museo della guerra.

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