Usa, vittoria pro armi a Chicago

La suprema corte degli Stati Uniti si è pronunciata ancora una volta sulla legittimità dei limiti imposti a livello locale al possesso e al porto di armi. Nella fattispecie, sul banco degli imputati una norma emessa dalle autorità di Chicago, che limitava il possesso e il porto di armi corte. Dopo la storica sentenza sul caso District of Columbia contro Heller,

La suprema corte degli Stati Uniti si è pronunciata ancora una volta sulla legittimità dei limiti imposti a livello locale al possesso e al porto di armi. Nella fattispecie, sul banco degli imputati una norma emessa dalle autorità di Chicago, che limitava il possesso e il porto di armi corte. Dopo la storica sentenza sul caso District of Columbia contro Heller, la corte suprema si è ancora una volta espressa a favore della natura di diritto individuale del secondo emendamento alla costituzione americana, dichiarando illegittimi i limiti imposti a livello locale. Per contro, la corta ha stabilito che, se da un lato le autorità locali non possono risolvere i loro problemi sociali limitando inaccettabilmente i bisogni e le necessità dei cittadini, dall’altro ha esplicitato che, in ogni caso, il secondo emendamento non impedisce in modo totale ai rappresentanti eletti dal popolo dall’approvare leggi di buon senso per proteggere la comunità da atti di violenza commessi con le armi. Questa posizione ha fatto sì che sia i movimenti pro-armi (Nra, Second amendment foundation), sia quelli anti-armi (Brady center) cantino oggi vittoria.