Stop ai richiami vivi

Il ministro della salute Francesco Storace ha firmato un’ordinanza, che entrerà in vigore subito, che proibisce l’utilizzo dei richiami vivi nell’esercizio nella caccia agli acquatici e alle pavoncelle. Rinviata al confronto con l’Unione europea la decisione di un eventuale blocco parziale o totale dell’attività venatoria. «Proprio ieri», ha commentato Storace, «il commissario alla sanità Marcos Kyprianou ha affermato di non ritenere necessario il blocco ed è que… Il ministro della salute Francesco Storace ha firmato un’ordinanza, che entrerà in vigore subito, che proibisce l’utilizzo dei richiami vivi nell’esercizio nella caccia agli acquatici e alle pavoncelle. Rinviata al confronto con l’Unione europea la decisione di un eventuale blocco parziale o totale dell’attività venatoria. «Proprio ieri», ha commentato Storace, «il commissario alla sanità Marcos Kyprianou ha affermato di non ritenere necessario il blocco ed è questo un parere autorevole, considerando che arriva da un rappresentante europeo, ma anche da un greco che si trova con una situazione difficile in casa». Intanto, però, gli assessori all’agricoltura di Toscana, Marche, Lazio, Abruzzo, Campania e Puglia hanno firmato un appello per lo stop alla caccia ai migratori. L’Infs (Istituto nazionale fauna selvatica) ha suggerito al governo una moratoria alla caccia agli acquatici quale “atto di precauzione e responsabilità”. Più fantasiosa la proposta del Codacons, che richiede che tutti i piccioni siano allontanati dalle città, “per evitare contagi”. L’europarlamentare Sergio Berlato ha emesso un comunicato in proposito: “Ritengo doveroso chiarire alcuni aspetti legati alle notizie circolanti in queste ore relative a presunte restrizioni imposte dalle autorità competenti a danno dell’attività venatoria. Innanzitutto né a livello nazionale e neppure a livello comunitario sono state, al momento, adottate misure restrittive a danno dell’attività venatoria per prevenire il diffondersi del virus dell’influenza aviaria. L’unico divieto assunto dal Ministero della Salute riguarda l’utilizzo dei richiami vivi nella caccia agli acquatici ed alle pavoncelle. Tutti gli altri richiami vivi appartenenti alle altre specie cacciabili possono continuare ad essere tranquillamente utilizzati nel rispetto delle norme vigenti. Non corrisponde a verità la notizia di uno stop alla caccia in Veneto alle specie prelevabili in deroga per effetto della bocciatura da parte dell’ Unione europea della legge 13/2005, approvata dal Consiglio regionale del Veneto a fine luglio di quest’anno. Le autorità italiane non hanno ricevuto alcuna comunicazione da parte della Commissione europea riguardante l’ attivazione di una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia sull’ applicazione del regime di deroga previsto dall’articolo 9 della Direttiva 409/79. È comunque prassi comune che l’Unione europea chieda chiarimenti agli stati membri sulla corretta applicazione delle direttive comunitarie, chiarimenti che se verranno richiesti all’Italia troveranno puntuale risposta da parte del Governo Italiano. Il prelievo a tutte e 7 le specie in deroga previste dalla legge regionale 13/2005 può dunque continuare ad essere esercitato senza interruzione alcuna nel rispetto della legge e delle direttive comunitarie. Se i Verdi andranno al governo del Paese saranno liberi di cancellare la legge statale 221/2002 e le leggi regionali di corretta applicazione del regime di deroga previsto dalle Direttive comunitarie. Fino a quel momento però (che siamo convinti non avverrà così presto come qualcuno vorrebbe) si dovranno rassegnare a veder usufruito anche dal nostro Paese e dalle regioni italiane che lo vorranno fare, questo diritto così come è stato usufruito da tutti gli altri Stati membri dell’Unione europea sin dal lontano 1979”. Il deputato leghista Luigino Vascon, responsabile federale per il settore caccia, ha diramato a sua volta un comunicato: «Come volevasi dimostrare», ha detto, «le richieste di chiusura della caccia espresse nei giorni scorsi da diverse regioni sono forzature politiche da parte di soggetti politici di natura ed espressione totalmente contrari alla maggioranza di governo. Posso affermare l’infondatezza delle richieste citate sulla base dell’incontro svoltosi a Roma ieri fra il ministro della salute Storace e gli assessori regionali con delega alla caccia, nessuno dei quali ha chiesto al ministro lo stop dell’attività venatoria. Quindi siamo di fronte a un’enorme strumentalizzazione animata da protagonismi personali volti al consenso politico di chi in ogni maniera e modo osteggia un’attività normata e regolata da precise leggi dello Stato».